«La videosorveglianza sarà presto una realtà a Martina Franca». è quanto ci dicevano quest’estate. Si tratta del punto di arrivo di due anni di lavoro, un ponte tra un’amministrazione di centrodestra, una gestione commissariale e la nuova giunta di centrosinistra. Tutto inizia con Franco Palazzo, che, come ci disse tempo fa, ebbe l’idea di presentare un progetto di videosorveglianza «dopo un’ondata di furti culminata nel sequestro di qualche ora di una famiglia nella loro villa». Allora, siamo nel 2010, «molto preoccupato per la sicurezza, riunii con me i rappresentanti delle forze dell’ordine e i sindaci dei paesi vicini. Alla fine decidemmo di partecipare a un progetto europeo per ottenere un finanziamento che consentisse la creazione di una rete di videosorveglianza». Sono passati due anni e mezzo, e le telecamere presenti a Martina Franca sono solo private. Come mai? Il 18 giugno 2011 il Ministero dell’Interno ha pubblicato l’elenco di 66 progetti di videosorveglianza, tutti al sud: al ventiduesimo posto c’è il progetto «Martina Franca videosorvegliata». Lo stanziamento per la città della valle d’Itria è di 350 mila euro per la creazione di un sistema di una trentina di videocamere.
Durante la gestione commissariale non si seppe più nulla di preciso sullo stato di avanzamento: c’era da aspettare, certo, ma gli appelli lanciati più volte da Roberto Massa che ha subito alcuni dei furti più spettacolari, con le famigerate “spaccate” della vetrina con un auto, sono caduti nel vuoto. Poi la svolta dell’attentato di Brindisi e l’approvazione ministeriale dei progetti. Infine, la nuova amministrazione promise che si sarebbe data da fare: l’assessore Lasorsa prevedeva che “entro dicembre” sarebbero state installate le telecamere.
Abbiamo perciò voluto fare luce sulla vicenda, per non dimenticare cosa era stato promesso, e siamo andati a fare delle domande: l’assessore Convertini e l’assessore Lasorsa ci hanno risposto con due novità: una buona e una cattiva. Quella cattiva è che bisognerà aspettare ancora. Quella buona è che il progetto iniziale è stato migliorato: dopo essersi seduti a un tavolo per analizzare il progetto che ha vinto. Un miglioramento importante: si tratta di collegare le telecamere che verranno installate con una rete a fibra ottica, per consentire una qualità migliore delle trasmissioni. Non solo, ma si tratta di una miglioria a costo zero. Il progetto, così riscritto nella parte tecnica, è però un progetto modificato: per forza di cose, dunque, è stato inviato indietro per approvazione al ministero. Ora sappiamo che le videocamere di sorveglianza martinesi giacciono in qualche faldone degli uffici romani: non resta che sperare che siano approvati presto – di solito accade, in questo periodo elettorale – oppure sperare che non passi nel dimenticatoio: i nostri amministratori, da Martina, hanno ben poca voce per farsi sentire a Roma.

Daniele Milazzo

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