Il dott. Stefano Punzi spiega le cause della presenza della sostanza nelle uova delle galline martinesi

Ha fatto molto discutere in città e sui social network la notizia relativa ai valori di diossina elevati – ma pur sempre nei limiti stabiliti dalla legge – scaturiti dai test fatti effettuare dal Fondo Antidiossina sulle uova di galline ruspanti di tre aziende del territorio martinese. Dopo aver ascoltato il parere di Matacchiera e quello dell’Assessore Nunzia Convertini ed aver riportato le parole del Dirigente dell’ARPA Puglia Assennato, oggi abbiamo contattato un veterinario, il dott.  Stefano Punzi, per capire alcune delle cause della presenza della diossina nelle uova delle galline martinesi. “La diossina – ha esordito Punzi – proviene da una contaminazione ambientale. Le galline potrebbero nutrirsi di mangimi coltivati in zone esposte a diossina e c’è un bioaccumulo della sostanza negli animali. I mangimi che vengono attualmente forniti provengono ormai da qualsiasi parte, potrebbero provenire anche dalla terra dei fuochi. E’ il mangime veicola la diossina”.

“La diossina – spiega il veterinario – si accumula nel grasso, in questo caso nel giallo dell’uovo. Ad esempio, nelle arance, non troviamo diossina nel frutto, ma nella buccia. Le galline ruspanti mangiano anche graniglia, mais, granturco e, se il mangime è contaminato, gli animali ingeriscono diossina. Se nell’organismo – ha concluso Punzi – il valore di diossina è uno, nel latte ci sarà una cifra di quattro o cinque volte superiore. La diossina, infatti, è liposolubile”.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Continuando a usare questo sito, siete d'accordo con l'uso dei cookie. maggiori informazioni

The cookie settings on this website are set to "allow cookies" to give you the best browsing experience possible. If you continue to use this website without changing your cookie settings or you click "Accept" below then you are consenting to this.

Close