Consegnate ieri le foto che riprendono le fasi della costruzione dell’acquedotto. Presente alla cerimonia anche il sindaco Ancona

Sono state consegnate alcune foto che riprendono le fasi della costruzione dell’Aqp nel territorio di Locorotondo da parte del sig. Giulio Tondella, discendente dell’ing. Camillo Fossati.

“Alla cerimonia – si legge in una nota stampa diffusa dall’amministrazione comunale della cittadina della Valle d’Itria –  in sala consiliare del comune di Locorotondo, hanno preso parte, tra gli altri, il sindaco Tommaso Scatigna, il primo cittadino di Martina Franca Franco Ancona ed il vicesindaco di Cisternino Vito Zizzi, il presidente del Consiglio Comunale di Locorotondo Angelo Micele, il vicesindaco Claudio Antonelli, gli assessori Michele De Giuseppe e Martino Santoro, il consigliere comunale Salvatore Leo ed alcuni rappresentanti delle associazioni del territorio.

Gli amministratori si sono complimentati per questi importanti reperti storici ricevuti in dono dal sig. Tondella, che giungono in un momento storico di forte condivisione in Valle d’Itria, grazie proprio ai primi cittadini, uniti nell’intento di valorizzare, promuovere e tutelare i beni architettonici e storici rinvenienti dal passato.

Sentita ed emozionante la relazione presentata dal sing. Tondella, di seguito riportata: “Poco più di cento anni fà , a fine 1910 , il nonno materno ing. Camillo Fossati con la sua famiglia , lasciò la valle d’Aosta con i suoi studi a Donnas ed Ivrea, salutò il suo vecchio amico di università ing. Camillo Olivetti, e si trasferì a Locorotondo per dirigere i lavori di costruzione dell’Acquedotto Pugliese e forse anche integrare nella progettazione. Appena arrivato ed ospitato nella magnifica tenuta dei marchesi Folonari – oggi sede della Cantina Sociale , dovette combattere il colera che infestava la popolazione. Dai racconti della mamma, nel fabbricato accanto alla villa installò un piccolo impianto di distillazione dell’acqua da darne un poco a tutti gli ammalati gravi. Facendo poi leva sul fatto che era necessario avere nel più breve tempo possibile a disposizione tutte le forze lavorative per l’acquedotto, fece arrivare da Taranto dei carri con calce viva da gettare in tutti i pozzi. Passato il colera dovette affrontare la Guerra di Libia , con chiamata alle armi dei giovani di Locorotondo e dintorni. La nonna si diede da fare per accogliere in casa alcuni di loro per insegnare quel poco per leggere e scrivere. Preparò anche le buste indirizzate a lei per leggere i contenuti ai familiari e dare le loro risposte. Il nonno si interessava anche di ricerca di acqua sotterranea avvalendosi dei suoi inseparabili pendolini essendo una valente Radiestesista: i risultati non mancarono anche nella stessa proprietà dei marchesi.

Anni or sono ebbi il piacere con l’allora sindaco dr. Giorgio Pretrelli di avere un contatto telefonico, rammentandogli che dopo il 1980 ebbi il piacere di mandare a tutti i saluti tramite un ex dipendente dell’albergo Planibel di La Thuile che rientrava definitivamente a casa. Abbozzammo anche la mia possibilità di venire a visitare i luoghi di soggiorno del nonno come la scorsa settimana ho fatto con Sapri e Morigerati. Nel prendere contatti con la signora Anna Antillo dell’ufficio IAT di Martina Franca ho avuto un grande dispiacere nell’apprendere la notizia della sua morte in un incidente: lo ricordo con viva simpatia. Con il soggiorno a Locorotondo chiudo il ciclo delle visite: la prima con Sapri e Morigerati alla cui collettività nelle mani del sindaco ho consegnato nel ricordo del nonno materno il suo studio di captazione, derivazione delle acque del fiume Bussento con annessa centrale idroelettrica elaborato tra il 1922 e 1925 presentato alla provincia competente e al ministero tramite il figlio ing. Mario Fossati ma infilato ancor oggi in qualche scatola e non è detto che ora stuzzichi la sensibilità di qualcuno. Oggi consegno alla collettività di Locorotondo nelle mani del signor Sindaco Tommaso Scatigna e Vice Sindaco signor Claudio Antonelli, le foto del nonno scattate nel periodo dei lavori dell’Acquedotto Pugliese, documento storico in quanto sulle stesse di suo pugno sul retro a matita sono riportate i riferimenti stessi , dati riportati poi su foglio a parte, nonché delle immagini di famiglia del periodo e cartoline di un tempo. E’ ovvio che questo patrimonio contribuisca ad arricchire la storia della incantevole Valle d’Itra e le testimonianze del passato di oltre un secolo e di trasmetterle alle future generazioni.

Il nonno dopo il 1916-17 lasciò la Puglia per trasferirsi a Roma per lo studio del recupero dell’Agro Pontino, le Cascate delle Marmore con la centrale ed infine a Sapri sino a fine 1925″.

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