Un 35enne di Carosino aveva sparato dei colpi di fucile su un uomo, ferendolo. Il movente: debiti di denaro ed avances alla donna del pregiudicato  

Una vicenda di cronaca violenta che ha visto impegnati gli Agenti del Nucleo Operativo Mobile di Martina Franca,  che hanno eseguito un arresto nei confronti di un 35enne pregiudicato di Carosino, che lo scorso 26 gennaio aveva esploso alcuni arma da fuoco contro un uomo, causandogli alcune ferite. Di seguito, la nota stampa del Comando provinciale dei Carabinieri:

Questa mattina, militari del Nucleo Operativo e Radiomobile, coadiuvati da personale della Stazione Carabinieri di San Giorgio Jonico, hanno eseguito un’ordinanza di custodia cautelare in carcere, emessa dal GIP del Tribunale di Taranto, nei confronti di B. A., 35/enne di Carosino già noto alle Forze dell’Ordine per reati contro il patrimonio e spaccio di droga.

Le ricerche sono scattate alle prime luci dell’alba e sono proseguite per diverse ore, fino a che l’uomo è stato notato e controllato alla guida della propria autovettura e condotto nella caserma di San Giorgio Jonico, ove gli è stato notificato il provvedimento e tratto in arresto. L’ordinanza del GIP giunge al termine dell’attività d’indagine del Nucleo Operativo e Radiomobile della Compagnia di Martina Franca, su conforme richiesta della Procura della Repubblica di Taranto che concordava con le risultanze investigative dei militari. Allo stesso sono stati contestati i reati di detenzione e porto abusivo di armi e munizioni, lesioni personali gravi ed esplosioni pericolose.

La vicenda ebbe inizio la notte fra il 25 e 26 gennaio 2013, allorquando alla Centrale Operativa del Comando Provinciale di Taranto giungeva una segnalazione telefonica in cui si faceva riferimento all’esplosione di alcuni colpi di arma da fuoco in Carosino. Giunti sul posto, i militari rinvenivano l’autovettura della vittima (lasciata incustodita) venendo poi a sapere che già era stata accompagnata presso il nosocomio di Grottaglie perché attinta da diversi colpi di fucile. Le indagini, fin dall’inizio, sono state complesse e condotte con i tradizionali sistemi di escussione testimoniale e riscontro alle dichiarazioni, dovendo superare anche l’omertà della vittima e di alcuni dei parenti che non hanno mai voluto raccontare, completamente, come i fatti si erano svolti. Grazie alla minuziosità degli elementi riscontrati con le dichiarazioni rese da alcuni testimoni ed il supporto di attività tecnica, gli operanti sono riusciti a trovare il bandolo della matassa recuperando la macchina con la quale il B. A. era fuggito dopo aver esploso i colpi di fucile contro la vittima. Decisiva, inoltre, l’analisi dei tabulati telefonici dai quali emergeva la presenza del B. A. sul luogo dell’evento e l’incongruenza con alcune dichiarazioni testimoniali risultate non completamente attendibili e fuorvianti, nonché come il 35enne, alle prime luci dell’alba del giorno dopo l’evento, abbia contattato diverse volte il suo legale per poi far perdere le sue tracce. Inoltre gli investigatori sono riusciti a risalire al movente dell’azione delittuosa, costituito da un debito di denaro mai onorato e alcune “avances” che la vittima avrebbe fatto alla compagna di B. A.

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