I tre arrestati per le rapine, i furti e la morte di Marianna Brigida, sono stati arrestati dopo venti giorni di indagini che, sin dall’inizio, erano orientate nei loro riguardi. E nei giorni, o meglio nelle sere, immediatamente precedenti l’arresto, c’erano state due significative azioni della polizia, nei confronti di almeno due di essi: Nico D’Aversa e Giuseppe Montanaro, infatti, erano stati fermati la notte fra giovedì e venerdì, sorpresi secondo l’accusa, in possesso di taniche di gasolio, quello che nell’ipotesi accusatoria era stato rubato dagli scuolabus parcheggiati nell’area all’aperto dello stadio Pergolo,

La sera dopo, poi, nel garage di proprietà di Montanaro, erano stati di nuovo pescati, i due, dalla polizia; e in quella circostanza, furono rinvenuti alcuni oggetti finalizzati alla copertura del viso, probabilmente le calzamaglie che, fra l’altro, ieri figuravano fra i reperti mostrati durante la conferenza stampa.

Fermati, i due, erano stati poi rilasciati. Ma, secondo l’accusa, non si sono fermati. E non erano neanche due, al momento del fermo decisivo, l’altro ieri sera.

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