Vai vicino al muro con il computer, lo infili nella chiavetta e ti scarichi tutto quello che c’è lì dentro. O comunque, quello che ti pare.

L’Huffington post, edizione italiana, pubblica oggi un articolo in cui si parla di dead drops. Era un metodo, in passato, in cui le spie si scambiavano documenti, andando a infilarli, ad esempio, nelle fessure dei muri, pressoché inaccessibili.

La versione informatica delle dead drops risiede nelle chiavette usb, quelle che si infilano nei computer. Fra le quattro città in cui ciò avviene e che viene citata come uno dei quattro angoloi d’Italia, accanto a Roma, Milano e Cagliari, c’è Martina Franca.

Secondo il quotidiano telematico diretto da Lucia Annunziata, le dead drops in versione usb contengono documenti, musica, immagini, e ce ne sono 62 in Italia, con gente che si scambia materiale senza neppure conoscersi. Materiale che più di essere scottante, è culturale, in quella che l’Huffington post ritiene street art 2.0 quale evoluzione della condivisione urbana.

(foto: fonte Huffington post Italia)

2 pensiero su “Chiavette usb nei muri, ecco le dead drops”
  1. Poveri muretti a secco; pieni di chiavette! Il progresso passa anche attraverso l’utilizzo di ogni tipo di buco.

  2. la notizia è veramente stellare sia per i suoi fini che per i suoi usi. Complimenti agli autori della fenomenica e della divulgazione. occorrono migliori spiegazioni. by

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