Che chi abiti in campagna a Martina sia stato considerato un cittadino di serie B, lo abbiamo sempre pensato. Oggi, ancora di più e non per colpa di chi gestisce l’appalto dei rifiuti. La Monteco non ha redatto il regolamento, lo ha fatto il Comune di Martina Franca, altrimenti non si spiegherebbe perché, solo a pochi chilometri, a Locorotondo, addirittura fanno il porta a porta anche nei tratturi più tortuosi e nascosti. I soliti noti diranno che il territorio di Martina non è lo stesso, per vastità, rispetto quello dei nostri vicini, ma è anche vero che la somma corrisposta dal nostro Comune all’appaltatore del servizio è ben diversa da quella pagata dal Comune di Locorotondo. La gran parte sono famiglie che hanno deciso di trasferirsi nell’agro per risparmiare rispetto i fitti onerosi pagati in città. Magari si sono trasferiti nella casa di campagna dei propri genitori. Poi ci sono i contadini che vivono con il lavoro della loro terra, tramandata da padre in figlio. Famiglie che magari non hanno tanto tempo per andare su Facebook e non seguono i selfie giornalieri dell’Assessore Coletta; gente che ha votato in massa Pentassuglia che ritengono uno di loro e sperano, quando ogni sabato a Motolese li riceve, possa cambiare la loro condizione di vita facendo rispettare i loro diritti.  Tanta gente non ha partecipato agli incontri promossi nelle ultime settimane, alcuni per le condizioni atmosferiche.  C’è chi non conosce cosa stabilisce il regolamento che i loro rappresentanti in Comune hanno approvato all’unanimità. Ma vogliamo cercare di spiegarvelo alla meglio, in maniera chiara, soprattutto quello che sta per accadere. Il regolamento prevede delle fasce con delle scontistiche, in base alla distanza tra le residenze di chi abita in campagna, dalle isole ecologiche, qualcuna delle quali avrebbe di fatto espropriato zone di attività ludiche dei residenti. Non sappiamo con quale metodo siano state determinate le scontistiche. In città, chi abita in un condominio deve al massimo affaticarsi a scendere le pattumelle giù al al portone. Più fatica devono fare le ‘vecchiette anziane’ (come le chiama il Sindaco) nel centro storico, perché non hanno l’ascensore. Chi abita in campagna, oltre a trovare il tempo per farlo, deve caricarsi i rifiuti sull’auto (impuzzolendola e mettendo in conto anche le spese dell’autolavaggio), mettere la benzina, oppure caricarseli sulla motoretta (per chi non ha l’auto) o sul motocarro e farsi dei chilometri (per alcuni tanti) per portarli nelle isole ecologiche. Ma sapete qual è il paradosso? Che i poveri disgraziati che pensano più al lavoro nella propria terra, piuttosto che imparare a leggere l’albo Pretorio del Comune, non sanno che se non presenteranno una istanza al Comune, quello sconto non lo otterranno e pagheranno esattamente tanto quanto i ‘cittadini’, ai quali i rifiuti vanno a prenderli sotto casa. Eppure, visto che ogni residente può portare i propri rifiuti in un una determinata isola ecologica, sarebbe facile determinare lo sconto.

L’altro paradosso è l’obbligo per i residenti in campagna di utilizzare le compostiere, considerate da molti sulla rete “Supermercati per topi”, in quanto non si potrà, nelle isole ecologiche, conferire l’umido. Perché in città l’umido viene ritirato ed in campagna, chi non vuole utilizzare le compostiere, non lo può conferire? Chi abita in campagna è non ha le terreno dove lo porta? Questo è uno dei tanti quesiti destinati a rimanere senza risposta. Se vediamo con quali voti è passato il regolamento della TARI in Consiglio comunale ci accorgiamo che lo hanno votato all’unanimità, compreso il voto di LEALI (c’è da chiedersi verso chi) compreso quello del candidato sindaco sconfitto. Un’altra domanda che sembra non avere risposta è la base di calcolo dal quale si determina lo sconto. Ad esempio, per il compostaggio domestico nell’agro: a tutti dovrebbe essere praticato il 10%. Poi veniamo a sapere che alla fine si riduce ad una manciata di euro di gran lunga inferiore. Sarà così anche per le fasce sconto legate alla distanza? Quello che avverrà dal 26 marzo nell’agro non bisogna essere indovini per immaginarlo. Fino a ieri arrivavano nell’agro con le auto in tanti, per riempire i cassonetti e lasciavano i rifiuti alla mercé degli animali. Sono state elevate molte multe grazie alle trappole. Ma si sapeva esattamente dove mettere le telecamere. Da oggi sarà praticamente impossibile, perché li lasceranno ovunque e, se considerate che lastre d’amianto da noi segnalate lasciate nell’agro sono lì da otto mesi, immaginate quello che accadrà d’ora in avanti. Abbiamo sostenuto sin dal principio che l’appalto dei rifiuti di Martina era sbagliato fin dall’inizio. Hanno fatto un copia incolla con una gara d’appalto di una città dove probabilmente l’autore era andato a passare una vacanza estiva nel Nord Est d’Italia. Sarebbe stato molto più comodo e meno oneroso, spingersi a Locorotondo che continua a ricevere premi come comune virtuoso e i cittadini pagano molto di meno rispetto ai martinesi.La storia dei rifiuti a Martina puzza da quasi un anno, non sono loro a lasciare un brutto odore

Antonio Rubino

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