Verso le due del pomeriggio la seduta alla Camera è stata sospesa. Si è praticamente arrivati alla rissa. L’aula ha comunque votato, su proposta del Pd, la sospensione dei lavori per oggi. Il caso è quello legato alle ultime vicende di Silvio Berlusconi.

Resoconto Ansa: “Bagarre quando i deputati M5S hanno urlato a quelli del Pd “Bravi, bravi, buffoni, buffoni”. Mentre c’erano i coretti ed i deputati grillini andavano ai piedi dei settori dove siede il Pd, c’è stato un alterco tra Piero Martino del Pd ed un deputato del M5S. Martino gli ha lanciato addosso dei fogli ed é scattata la baruffa, con i commessi che hanno faticato non poco a separare i deputati Pd da quelli di M5S. Alla presidente Laura Boldrini non è rimasto altro che sospendere la seduta”.

Due giorni di stop dei lavori parlamentari. Questo voleva il Pdl, secondo quanto detto dal capogruppo alla Camera, Renato Brunetta. C’è in seno al Pdl la discussione sulle prospettive politiche, dopo l’annuncio che la Cassazione esaminerà il 30 luglio un processo in cui Silvio Berlusconi rischia un arresto e cinque anni di interdizione dai pubblici uffici (dunque il seggio al Senato per lui è a rischio).

Il Pd, con il capogruppo al Senato, Luigi Zanda, ha detto che non si può accedere alla richiesta del Pdl: va bene una riflessione, quella non si può non concedere, ma lo stop ai lavori parlamentari no.

Infine il Pdl ha ottenuto la sospensione per un giorno dei lavori al Senato, e successivamente, alla Camera. Proteste di Sel e M5S, a Palazzo Madama, con i senatori di Cinque stelle che per protesta hanno tolto giacche e cravatte. Zanda li ha condannati definendo il loro un atto di disprezzo. In quanto a Montecitorio, si è detto della bagarre.

Il nostro territorio è particolarmente interessato a questa vicenda perché, in maniera indotta, potrebbe causare un rallentamento nell’iter di conversione del decreto salvaIlva 2, che dovrà divenire legge entro il 3 agosto pena decadenza. Il provvedimento è alla Camera (relatore Gianfranco Chiarelli) da alcuni giorni, c’è un pesante ostruzionismo di M5S che rallenta l’ok di Montecirorio, poi si dovrà passare al Senato.

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