Discorso accorato del sindaco Ancona all’inizio della manifestazione, visibilmente irritato da quanto successo il mercoledì mattina all’assessore Coletta e al consigliere Palmisano: «un atteggiamento» ha detto Ancona riferendosi al consigliere regionale Chiarelli «che è inqualificabile: una aggressione che mostra un evidente nervosismo, un segno pericoloso». Dalla vicenda ha preso l’aire il consigliere regionale Pentassuglia per dare il benvenuto ad Anna Finocchiaro e dire «tentano di farci fuori ma siamo duri a morire», riferendosi però probabilmente non tanto ai due ragazzi quanto in genere al Pd locale, come è stato chiaro dal suo prosieguo: «abbiamo adesso un sindaco centrosinistra purosangue, eletto con la grande maggioranza dei votanti, in un paese in cui il centrodestra era abituato a veleggiare sul 60%» ha ricordato, passando poi a illustrare i problemi del territorio: «il lavoro, specialmente il lavoro femminile e giovanile, è una questione importante come l’Ilva ed è ad essa legata». Una serie di moniti alla senatrice del Pd che verrà rieletta in quanto capolista al senato per la regione Puglia: «ci sono le cozze inquinate, che stanno causando, secondo studi condotti da ricercatori americani, ad alterazioni del dna». Ha ricordato inoltre la chiusura della facoltà di ingegneria a Taranto, i problemi finanziari della regione Puglia che, con due miliardi di avanzo, non può pagare i fornitori perché è costretta a congelare quei soldi a causa del patto di stabilità. In ultimo Pentassuglia ha ricordato come le vicende della sanità pugliese abbiano necessità di una particolare attenzione: ci sono condizioni di rilancio e spazi per il miglioramento, ha detto, ma anche «corruttele, favoritismi, magagne, pressioni indebite».

Ludovico Vico, dal canto suo, si è rivolto direttamente a Chiarelli nel suo discorso: «lo immagino in una foto di gruppo con Berlusconi, Maroni, la Poli Bortone. Come fanno a stare insieme? Come possono essere d’accordo se da una parte Maroni vuole che il 75% delle tasse della Lombardia rimanga lì e dall’altra la Poli Bortone parla di nuovi finanziamenti per il sud? A chi dobbiamo credere?». L’impegno del Pd, secondo Vico è di non illudersi di una grande ricrescita nel 2013, ma pensare a tappare la falla, a mantenere lo stato delle cose per prepararsi a un ritorno alla crescita, e quindi garantire i cassintegrati e chi ha perso un lavoro. Solo dopo si potrà pensare a favorire le imprese per far ripartire la crescita. «Bersani ci dà un suggerimento, dobbiamo seguirlo con affetto» ha detto Vico: «la misura di un patto di stabilità flessibile sono i lavori comunali: bisogna creare un sistema premiale per chi ha progetti nel cassetto, fare in modo che i comuni riescano a pagare le piccole imprese senza farle aspettare e metterle in difficoltà per i vincoli del patto di stabilità» e ha concluso: «del Pd di Pierluigi Bersani potete fidarvi».

Il segretario Bonasia ha espresso la sua solidarietà al consigliere comunale Palmisano e all’assessore Coletta e ha voluto ricordare come «non necessariamente il candidato più vicino a noi geograficamente si prende cura del territorio: cosa ha fatto Nessa per questa città?».

La senatrice Finocchiaro ha ringraziato i presenti per l’accoglienza e ha dimostrato sicurezza per la vittoria alle urne del Pd. Ha detto: «La nostra coalizione vincerà le elezioni. Ma non basterà. È così forte il bisogno di rinnovamento che dovremo vincere con un numero forte, per creare un governo forte». È poi passata da temi generali di politica italiana alle accuse verso gli altri politici: «noi mettevamo in guardia dalla crisi quando i nostri avversari cantavano inni a Berlusconi, quando dicevano che non c’era la crisi perché c’erano i ristoranti pieni e non guardavano le imprese che chiudono disperate». Le proposte elettorali del Pd sono state sintetizzate in poche frasi: «cerchiamo di portare il lavoro vero, il precariato deve diventare l’eccezione e non la norma;  mettiamo in sicurezza la cassa integrazione. Poi metteremo in moto la pubblica economia, rompiamo il patto di stabilità dei comuni. La legge sugli appalti? Modifichiamola, il credito di imposta per aziende che assumono giovani e donne? Reintroduciamolo». Sull’Imu, parlando delle buste di rimborso arrivate nelle case delle persone in questi giorni ha detto: «ai poveretti che hanno pagato fino a 450 euro di Imu il Pd dice: non si paghi. Chi ha le case da milioni di euro può pagare, chi ha il mutuo sulla prima casa invece non deve pagare; il piccolo imprenditore non deve pagare il suo capannone, magari con quei soldi assumerà un apprendista».

Infine ha voluto ringraziare nella sua conclusione chi è impegnato in politica e «fa volontariato per il bene comune, si mette al servizio della comunità della socialità attraverso la politica» e ha spronato i presenti a votare per il partito democratico ricordando come sia l’unico vero partito rimasto: «provate a immaginare che senso avrebbe il Pdl senza Berlusconi, gli arancioni senza Ingroia, il movimento 5 stelle senza Grillo, il partito di Monti senza di lui: sono partiti personalistici, che esistono per portare avanti un nome, una persona, non un simbolo, un’idea della politica».

 

Daniele Milazzo

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