Nel 1992 il consiglio comunale approvò un piano dei rifiuti per il nuovo appalto. Erano tempi diversi e si respirava aria di cambiamento. Era stato arrestato Mario Chiesa e iniziava Mani Pulite, in tanti accendevano la tv per sapere cosa succedesse a Gorbacev perché c’era ancora l’Unione Sovietica, mentre Margaret Thatcher era all’apice della sua fortuna politica. Nel 1992 tutti tifavano per il Milan di Ruud Gullit e di Van Basten, mentre nella Juve c’erano Vialli e Ravanelli. Archeologia. Nel 1992 l’attuale assessore all’ambiente aveva sette anni, andava alle elementari e giocava al supernintendo. Oggi è cresciuto e ha fatto qualcosa che avrebbe dovuto essere fatto anni e anni fa ma che è stato rimandato, spostato, ignorato, soprasseduto.

La discussione in consiglio comunale ha avuto aspetti ai limiti dell’assurdo: si partiva dalla raccolta differenziata e si finiva a discutere arrabbiandosi del cav, che Marraffa ha bollato come “casa Genco” e dell’ex casa di riposo; si è visto Muschio Schiavone lamentarsi della mancanza di risposte alle sue domande e poi lasciare l’aula, e altri consiglieri di opposizione fare polemica con Martino Carrieri, che voleva rispondergli sia pure in assenza e che è stato accusato di non voler parlare in faccia proprio a Muschio Schiavone.

Si è vista una opposizione spacchettata dove Antonio Fumarola ha affermato di apprezzare e condividere il nuovo piano, ma ha voluto ricordare come più che la volontà sia mancata la coesione della vecchia maggioranza per creare un piano illo tempore. Pino Pulito condivide questa visione ma ha chiesto di poter partecipare a qualche perfezionamento del piano industriale, «perché questo deve essere il piano industriale di tutti i cittadini e non solo di una città o di una sua parte». Donatella Castellana invece ha affermato che presentare il piano industriale va bene, ma quello messo al voto ha delle imperfezioni e ha chiesto di rinviarne l’approvazione, mentre Michele Marraffa, più radicale, ha insinuato che il Conai, del quale ci si è avvalsi per la stesura del piano, sia “una truffa legalizzata” e ha chiesto anche lui il rinvio dell’approvazione in modo molto accalorato.

Consigliamo di cuore a tutti i cittadini di leggere il resoconto stenografico del consiglio comunale, che dovrebbe essere reso pubblico tra qualche giorno, o di cercare di vedere la trasmissione su tv locali. Una serie di ripicche e battibecchi tra i vari consiglieri ha svilito in parte il senso del dibattito nel consiglio comunale. Il vero elemento importante è – e questo va ricordato – l’approvazione di un piano industriale dei rifiuti fatto a tempo di record (meno di un anno dalla costituzione degli Aro voluti dalla nuova legge regionale) che è il primo passo per la stesura dell’appalto. Si tratterà poi di attendere i tempi previsti dalla legge per le procedure del caso, dopodiché ci sarà un nuovo servizio di raccolta dei rifiuti. Un nuovo servizio dopo ventidue anni: un sogno.

Alcuni elementi che sono stigmatizzati dall’opposizione come errori sono spiazzati dalla replica di Franco Demita: «ci sono dei refusi, anzi, colgo l’occasione per ringraziare l’informazione locale che se ne è accorta: io quando ho riletto più volte quelle pagine non ci ho fatto caso, altrimenti li avrei corretti io stesso. È sensato chiedere di correggerli, e li correggeremo, ma che senso ha rimandare la discussione di una settimana o più?»

«Il nuovo piano ha dei costi più elevati» accusa l’opposizione, ma dai banchi della maggioranza più voci ricordano che questo prevede la creazione di cinque isole ecologiche e dodici mini-isole, l’assunzione di altri 25 operatori  ecologici oltre agli attuali, un sistema (costoso) di raccolta differenziata porta a porta e un sistema di informazione capillare delle nuove regole per tutti i cittadini nel periodo iniziale, la sostituzione di mezzi obsoleti e cassonetti. I costi effettivi finali tra l’altro saranno ovviamente inferiori rispetto a quelli previsti poiché, dovendosi fare un appalto, è sensato prevedere dei ribassi d’asta. Quando l’opposizione ha detto «come si fa a prevedere un aumento dei costi della gestione del ciclo rifiuti nei prossimi anni» è stato risposto che basta guardare la realtà e pensare che oltre alle nuove e misteriose tasse rifiuti ora nelle menti del governo nazionale, è difficile pensare a possibili diminuzioni dei costi vivi del servizio nel futuro.

Quando Muschio Schiavone lamenta uno scarso tempo di analisi del piano industriale, cioè che «solo 2-3 ore di discussione in commissione consiliare per un piano così corposo e dettagliato non bastano» implicitamente ammette che il piano presentato è articolato e complesso, non «un semplice copia-incolla». Quando poi ha affermato che «Siamo in ritardo rispetto a tutti gli altri comuni del circondario perché abbiamo un piano vecchio di ventidue anni» si è intravisto per un attimo l’assessore Stefano Coletta guardarsi negli occhi con il sindaco Ancona e trattenere una risata, immaginiamo collegabile al fatto che negli anni precedenti non era certo l’assessore Coletta a rinviare la creazione di un nuovo appalto dei rifiuti.

Un respiro completamente diverso ha avuto invece l’intervento di Antonio Fumarola e Pino Pulito, nei quali si è vista la volontà di contribuire in qualche modo alla realizzazione di un buon piano, proponendo anche una modifica. Pulito ad esempio ha chiesto se la raccolta porta a porta potesse allargarsi in aree dalla densità abitativa abbastanza elevata, specie d’estate, come le contrade Paretone e Specchia Tarantina, ottenendo un diniego gentile e motivato dal fatto che altrimenti i costi per personale, mezzi e benzina rischierebbero di lievitare ulteriormente.

Il sunto morale della discussione consiliare, espunte le parti di caciara o di battibecchi fuori argomento, è quella parte del discorso di Donnici nel quale è stato fatto un plauso al giovane assessore Stefano Coletta per aver voluto creare questo piano industriale con determinazione, lavorando nonostante numerosi ostacoli, arrivando a una conclusione e a un risultato che varie persone sedute negli scranni consiliari non sono riusciti a fare, per vari motivi, in anni e anni. Plauso questo condivisibile dalla maggior parte dei cittadini stanchi di vedere continui rinvii.

Daniele Milazzo

2 pensiero su “Rifiuti: approvato il piano industriale dopo 22 anni dall’ultimo”

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