Il Marò Massimiliano Latorre, da tempo trattenuto in India accusato dalle autorità indiane per essere stato uno dei presunti autori dell’omicidio dei due pescatori indiani, è stato ricoverato nel reparto di neurologia nell’ospedale di New Dehli. Ieri il Marò ha avuto un malore e pertanto, dopo il ricovero, il ministro della Difesa Roberta Pinotti, è corsa in India stanotte anche per stare accanto ai familiari del fuciliere di marina.

Si ricorda che il 19 febbraio del 2012 Massimiliano Latorre veniva fermato, insieme a Salvatore Girone, dalla polizia del Kerala dopo un’ambigua operazione messa a punto dalle autorità indiane – infatti secondo i marinai la nave è stata attirata nel Porto di Kochi con un tranello: se non avesse voluto collaborare con le autorità o avesse avuto qualcosa da nascondere, perché sarebbe entrata sotto altrui giurisdizione? E, soprattutto, perché i corpi dei pescatori sono già stati sepolti senza nemmeno disporre un’autopsia?

Intanto mentre i nostri Marò marciscono nelle prigioni indiane, e un magnate indiano fa sposare sua figlia nello sfarzo e nel lusso in Italia – senza che alcuna autorità politica intervenga per cercare una mediazione (perché no) con lo stesso magnate per la liberazione dei nostri militari (si ricorda che il magnate è un industriale del settore metalmeccanico – si vocifera di una trattativa tra l’Ilva e gli indiani per la vendita dello stabilimento tarantino), la “ragion di stato” prevale sulla salute del Marò.

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