Si inaugura sabato 14 dicembre presso la galleria d’arte “La pietra”, in via Cirillo (nei pressi della Basilica di S. Martino), la personale di Lamberto Melina, pittore piemontese che risiede attualmente nel bresciano dopo molti anni vissuti a Milano. Le opere resteranno in esposizione fino al 12 gennaio prossimo. I geni di Melina hanno origine dal delta del Polesine, e l’influenza della grande pianura del Po è evidente nella sua formazione artistica, se si pensa a un territorio artistico-culturale individuato dallo storico Roberto Longhi all’inizio del  secolo scorso. Il grande critico valorizzò l’arte bresciana quale elemento più interessante della Lombardia artistica del Cinquecento, per quella adesione al “vero” che è una costante caratteristica dell’arte della Padanìa geografica, un iter che  procede dal Foppa ai tre grandi bresciani del XVI secolo, passando attraverso Caravaggio fino al Pitocchetto. Melina, pur senza cadere nel facile trabocchetto del citazionismo, assume i valori del vero, trasportandoli nella sua pittura. Un vero concreto, fatto non solo di corpo, ma anche di una profonda e sottile finissima disamina dell’interiore profondo dell’uomo e della sua essenza. Talento naturale, lontano per indole dall’indottrinamento accademico, nonostante la sua laurea in  filosofia estetica, si è dedicato all’arte tout-court attraverso un proprio percorso, lontano dai movimenti. I critici definiscono la sua tecnica raffinatissima e davvero stupefacente, “una capacità di dosare la luce nelle sue composizioni pressoché monocrome, quasi sempre un bianco e nero appena intinto nel raro colore”. Ci sono molte donne nei suoi quadri, con storie come quella di Magdala o Giuditta o Ermengarda, che si raccontano con la semplice figurazione di un “ritratto” accompagnato dall’allusiva presenza di un  simbolo, o di una scarna ambientazione. La carriera di Melina si divide in due grandi momenti temporali. Il primo, dall’esordio nel 1991 fino al 1995, poi un periodo di “latenza”, e il ritorno nel 2008 quando ottiene subito il riconoscimento della critica e del mercato (vincitore assoluto Premio Afrodite 2010, vincitore Premio Città di New York 2010).

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