Chiunque abbia seguito il discorso sul riordino delle province, voluto dall’ormai ex-premier Mario Monti per tagliare sprechi, incarichi inutili e snellire l’ordinamento, avrà assistito ad alcune dinamiche piuttosto singolari in Valle d’Itria. Negli scorsi mesi c’è stato infatti un gioco fatto di tira e molla, ammiccamenti, proclami e successivi dietro-front, che hanno riguardato le città interessate dal progetto. Basti infatti ricordare un semplice episodio: a cavallo fra ottobre e novembre scorso, quando i giochi parevano ormai fatti – con Locorotondo nell’area metropolitana di Bari e Martina Franca nella Taranto-Brindisi, assieme a Cisternino – il consigliere regionale Francesco Laddomada auspicava ancora “una nuova aggregazione che veda Cisternino, Ostuni, Locorotondo, Alberobello e Martina Franca unite in un progetto che faccia finalmente sistema con tutte le potenzialità che potrebbe sviluppare”. Non sappiamo se il consigliere sperasse in cuor suo ad un ripensamento di Locorotondo (tralasciando Alberobello, sempre stata con Bari) o se facesse riferimento a qualcos’altro. Quel discorso, nonostante il tempo e le risorse sprecate, è ormai nel cassetto, complici le decisive dimissioni di Monti dall’incarico di premier, che hanno affossato questo e altri provvedimenti già studiati dal governo tecnico.

Qualche settimana dopo, col nuovo anno e le province ferme all’era pre-Monti, quella dichiarazione di Laddomada si può inquadrare in un contesto ben più ampio, riassumibile con un acronimo: S.A.C., cioè Sistema Ambientale e Culturale, che riunirà appunto i Comuni dell’Aggregazione Area Vasta “Valle d’Itria”: Alberobello, Castellana Grotte, Cisternino, Locorotondo, Martina Franca, Monopoli, Noci e Putignano. Le città in questione hanno aderito a “La Murgia dei Trulli: dal Mare alla Valle d’Itria”, un sistema mirante alla valorizzazione del patrimonio ambientale e culturale, configurando “una priorità dell’azione regionale per lo sviluppo socio-economico e l’attrattività del territorio pugliese, anche attraverso la crescita e la qualificazione dei flussi turistici”.

Il 4 novembre 2010 è stato pubblicato sul BURP n. 167 l’avviso pubblico “Invito a manifestare interesse per la valorizzazione e gestione dei Sistemi Ambientali e Culturali (SAC) della regione Puglia”, al quale il Comune di Martina Franca ha aderito con Delibera del Consiglio Comunale n. 1 del 18 gennaio 2011. Con Determinazione n. 4 del 2 febbraio 2011 la Regione ha valutato ammissibile la proposta del Comune di Monopoli, deliberando, un anno dopo, l’affidamento della progettazione esecutiva a due specialisti del settore, quantificando inoltre in 24.000 euro il compenso per l’attuazione del suddetto incarico, ripartendo la somma in 3.000 euro per ciascun Comune componente l’Aggregazione. La burocrazia ha fatto il suo corso, e nello scorso 25 giugno si è tenuto l’ultimo tavolo negoziale, nel corso del quale si è riconosciuto al S.A.C. “La Murgia dei Trulli” il tema inerente lo sviluppo e la razionalizzazione del sistema di informazione ambientale e culturale.

A luglio 2012 è stato inoltre trasmesso alla regione il progetto esecutivo dell’Azione Pilota “8 Itinerari per 8 Tematismi”, ammesso a finanziamento per un importo di 501.367,27 euro, e recepito – con votazione unanime – negli scorsi giorni dal Comune di Martina Franca. Dopo l’iter piuttosto lungo, durato due anni, siamo curiosi di capire come questo progetto sarà declinato sul territorio di Martina, che – a giudicare dal fascicolo di oltre 70 pagine pubblicato sull’albo pretorio del Comune – sarà soggetto particolarmente interessato, sia dal punto di vista ambientale (ad esempio con le sue 75 grotte naturali presenti, con la Riserva Naturale Statale “Murge Orientali” e il Parco Comunale e Riserva Naturale Orientata Regionale “Bosco delle Pianelle”), artistico (col barocco e il rococò, oltre ai musei civici ed ambientali), per finire con le manifestazioni culturali (e qui basti ricordare due vere e proprie istituzioni martinesi: il Festival della Valle d’Itria e la Fondazione Grassi). Non ci resta che attendere.

Carlo Carbotti

 

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