Interviene a sostegno della Struttura sanitaria Hospice San Bartolomeo di Martina Franca, il Consigliere regionale Francesco Laddomada, in merito alla ‘revoca di autorizzazione all’esercizio e accreditamento’, precedentemente riconosciuti al Centro.

“La Struttura sanitaria Hospice San Bartolomeo, sita in Martina Franca – spiega Laddomada – è l’unico centro specializzato nelle cure palliative e terapia del dolore per malati oncologici terminali – con la gestione anche della famiglia del paziente in questa delicata fase della malattia. Considerando la cospicua spesa richiesta per sostenere ogni singolo trattamento, secondo quanto previsto dalle Linee Guida nazionali, tale attività socio-assistenziale necessita, per realizzarsi, del finanziamento da parte del SSN. D’altro canto il Centro è stato contrattualizzato dall’ASL di Taranto con abbondante ritardo dal riconoscimento regionale del Servizio e Accreditamento, e per soli 10 su 24 posti letto; da ciò la conseguente difficoltà nella gestione del Servizio stesso.

Ho chiesto alle rappresentanze istituzionali regionali di competenza – continua Laddomada – la sospensione della revoca al Centro, per meglio valutare le responsabilità del caso, onde evitare gravi disfunzioni nella rete socio-assistenziale sanitaria – come per l’interruzione del Servizio di Trasporto oncologico -, certamente non trascurabili a fronte della gravità del problema oncologico nella realtà territoriale della provincia di Taranto.

Inoltre – afferma il Consigliere – la chiusura del Centro avrebbe una pesante ripercussione sui lavoratori impiegati nella Struttura, in un momento di drammatica crisi occupazionale. Pertanto, auspico – conclude il Consigliere Laddomada – che sia riconfermata al Centro San Bartolomeo l’autorizzazione a svolgere il prezioso ruolo di accompagnare il malato e la sua famiglia  nella difficile fase terminale della malattia oncologica, con un’adeguata e degna assistenza sanitaria, come sancito dalla Legge. Tutto ciò, a tutela dei malati oncologici e delle loro famiglie e del lavoro di tanti operatori sanitari.”

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