Un fascicolo della Procura potrebbe aprirsi nei confronti dell’Assessore Pasquale Lasorsa, riguardo i contributi previdenziali alla Cassa Forense pagati dal Comune di Martina Franca. A dichiararlo un avvocato che, tra l’altro, è dirigente di un partito politico a Martina Franca. La vicenda è partita come ricorderete da una lettera pubblicata da Martina Sera a firma dell’Avv. Leonardo Corrente nella quale si citava la determina n. 56 del 19/02/2014 del Settore affari generali a firma del dirigente Eugenio De Caro con la quale il comune aveva liquidato la somma di la somma di Euro 907,74 con la seguente causale di versamento: Contributo soggettivo enti locali gennaio, febbraio e marzo  2014 Avv. Pasquale Lasorsa D.Legs. 18/08/2000 n.267, alla Cassa Nazionale di Previdenza ed Assistenza Forense. In pratica la prima delle quattro rate che gli avvocati sono tenuti a versare per l’anno corrente che per tutto l’anno ammonterebbero a 3.630,00 euro. Dunque, i contributi previdenziali di Lasorsa ricadrebbero sulle tasche dei martinesi. Non appena pubblicata la lettera che ha suscitato molti commenti sui social network, proprio il Vice Sindaco in un post sul gruppo Vox Populi di facebook scriveva: “Questo versamento è un obbligo previsto dall’art. 86 d.l.vo 267/00 e per di più la mia cassa professionale, richiamando codesta amministrazione (cioè il comune di martina) alla verifica del proprio obbligo del versamento, ha scritto letteralmente quanto segue: “resta responsabilità del professionista verificare il rispetto delle tempistiche e delle modalità di versamento da parte dell’ente locale”. Cio in quanto in assenza dei versamenti mancherebbe la copertura previdenziale per il periodo di carica e la Cassa dovrebbe necessariamente provvedere a richiedere il dovuto maggiorato di interressi e sanzioni al professionista che resta l’intestatario dei diritti (assistenziali e previdenziali) e dei doveri (dichiarativi e contributivi) nei confronti della Cassa di previdenza” (nota prot. 23523 del 7/2/2014)” Successivamente lo stesso Assessore scriveva che era stata la Cassa Previdenziale a richiedere all’ente il pagamento dei contributi previdenziali e qualora quest’ultimo non avesse ottemperato si sarebbe trattato di evasione contributiva. Dopo l’ultima sua affermazione: “ A quelli che non amano spararla grossa senza saper quel che dicono offro in lettura la norma in questione. TUEL art. 86 – Oneri previdenziali, assistenziali e assicurativi e disposizioni fiscali e assicurative”, la nostra testata aveva deciso di ‘non spararla grossa e approfondire la questione, chiamando direttamente in causa la segreteria Nazionale della Cassa previdenziale Forense di Roma che praticamente smentiva il suo iscritto. Non era stata la stessa a  ‘”richiamare codesta amministrazione (cioè il comune di martina) alla verifica del proprio obbligo del versamento”, in quanto la cassa previdenziale non poteva sapere degli incarichi assessorili dell’avvocato martinese, ma viceversa. Insomma, a loro l’importante è che si versano i contributi, non chi li versa e, se ci fosse evasione contributiva riguarderebbe solo ed unicamente il suo iscritto e non l’Ente. L’ultima puntualizzazione su questa incresciosa e deplorevole vicenda avveniva nella trasmissione televisiva Facciamo Piazza Pulita, condotta dal direttore Antonio Rubino, nella quale uno degli ospiti, l’ Avv. FEDELE MORETTI (Componente Consiglio Ordine Avvocati di Taranto), ribadiva che non spettavano all’Ente i pagamenti dei contributi previdenziali, ma all’avvocato, salvo se questi non si fosse autosospeso nel frattempo dalla sua attività di avvocato per svolgere a tempo pieno la carica comunale. Già, ma Lasorsa non si è autosospeso ed i suoi colleghi affermano che abbia continuato a svolgere regolarmente la sua professione. Sembra, a questo punto, che il Vice  Sindaco sia entrato in panico e si sia rivolto ad esperti di questa questione che gli hanno ribadito la situazione, richiamando anche alcune precisazioni della Corte dei Conti. Lasorsa avrebbe cambiato strategia ed avrebbe preparato un dossier, magicamente uscirebbe dal cilindro un secondo versamento (lo stesso) fatto da lui alla Cassa previdenziale forense, in pratica due per lo stesso motivo (cosa sempre ignorata dalle affermazioni di Lasorsa sui social) e che quello del Comune sarebbe stato un errore del dirigente che, secondo alcune discrezioni, avrebbe sbagliato a pagare i suoi contributi. Ma se fosse così, perche Lasorsa ha scritto che la Cassa prevedenziale ha scritto letteralmente: “spetta al professionista verificare il rispetto delle tempistiche e delle modalità di versamento da parte dell’ente locale”,  significa che lui ha verificato che l’ente gli abbia pagato i contributi e se li aveva già pagati, cosa ha verificato?  Colpa dunque del dirigente per la quale l’Ente sarebbe disposto a restituire la somma alla Cassa previdenziale. Restituire i contributi appiana tutto? E se il nostro giornale non avesse aperto la questione come sarebbe andatra a finire? Secondo quell’avvocato del quale abbiamo parlato all’inizio che dovrebbe uscire nella giornata di domani con un comunicato stampa, la restituzione della somma non estinguerebbe l’eventuale reato che si potrebbe ipotizzare da una azione penale, ovvero non fermerebbe l’eventuale azione della Magistratura. Staremo a vedere. L’Assessore Lasorsa è sempre stato alla ribalta locale come Assessore al turismo e vice sindaco su tutti i palcoscenici pubblici, più dello stesso primo cittadino .   Staremo a vedere se si aprirà a questo punto anche una questione politica. Lasorsa è un assessori cosiddetto tecnico in quanto, non candidato alle scorse elezioni amministrative, è stato indicato dall’IDV che non è più in Consiglio comunale

5 pensiero su “La vicenda dei contributi di Lasorsa finisce in tribunale?”
  1. Non voglio fare l’avvocato difensore dell’assessore Lasorsa ma vorrei far presente che tali contributi sono stati versati in forza del comma 2 dell’art. 86 del Testo unico enti locali che prevede, dal lontano 1999, che ai sindaci, presidenti di provincia, di comunità montane, unioni di comuni e di consorzi fra enti locali, assessori provinciali e comunali di comuni aventi oltre 10000 abitanti, ai presidenti dei consigli dei comuni aventi oltre 5000 abitanti, che non siano lavoratori dipendenti, l’amministrazione provvede al pagamento di una cifra forfettaria da conferire alla forma pensionistica presso la quale il soggetto risulta iscritto alla data dell’incarico. Onestà intellettuale mi impone di dire che recentemente, il 3/03/2014, la Corte dei conti della Lombardia ha previsto che tale beneficio sia usufruibile solo di fronte alla rinuncia da parte del professionista a svolgere la propria attività professionale. Tuttavia, la stessa onestà intellettuale mi impone, e dovrebbe imporre a tutti gli intervenuti al presente dibattito, di chiedere come si sono comportate le passate amministrazioni di Martina con i torpedoni di professionisti (avvocati, commercialisti, medici, geometri, ingegneri, co.co.co, che hanno ricoperto le cariche di assessore e di sindaco dal 1999 ad oggi? E, soprattutto, non dovrebbe chiedere il comune il rimborso di tali somme indebitamente incamerate nei passati anni dagli amministratori lavoratori autonomi? In tale situazione, in tutta Italia, si trovano migliaia di amministratori lavoratori autonomi perchè la legge non era chiara.

  2. La determina l’ha firmata, secondo quello che scrivete in questo articolo, il segretario DeCaro. Pertanto, se errore c’è stato nel corrispondere indebitamente tali contributi all’assessore Lasorsa, l’unico vero responsabile è, al netto di antipatie personali, colui il quale dovrebbe garantire la legittimità degli atti comunali che a Martina risponde al nome del ssgretario comunale DeCaro.

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