Difficile ancora contestare un reato specifico, perché gli esami sul corpo di Marianna Brigida non sono ancora completi. Ma le prime risultanze dell’autopsia condotta l’altro ieri dal medico legale Massimo Sarcinella, su incarico del pubblico ministero Remo Epifani (che poi quell’autopsia ha secretato) per comprendere come sia morta la novantunenne vedova martinese, fanno intuire che verso l’omicidio bisogna orientarsi.

Per il semplice fatto che è stato inviato verso gli organismi scientifici competenti, un campione da analizzare per esami istologici e tossicologici, l’indagine prende la piega dell’atto diretto nei confronti della donna. Potrebbe essere stato, nella notte fra lunedì e martedì scorsi, un tentativo di derubarla in casa (messa a soqquadro, efffrazione all’ingresso, ma qualche decina di euro ritrovata nell’abitazione) magari provando ad addormentarla con conseguenze tragiche o, peggio, soffocandola con un cuscino o chissà cos’altro. Chi abbia fatto questo, è l’essenza ovvia delle indagini degli investigatori i quali, qualche traccia, sembrano averla già. Alcune persone, forse un paio in particolare, sarebbero nel mirino di chi indaga.

La gamma dell’omicidio è vasta: volontario, colposo, preterintenzionale. Sulla base della ricostruzione certa dei fatti si potrà capire cosa sarà stato, ma che nei confronti di Marianna Brigida sia stato un assassinio è pressoché una certezza.

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