Lavoro, crisi, ambiente, made in Italy, cassa integrazione, investimenti: queste le parole d’ordine del sindacato negli ultimi anni

Giuseppe Massafra è stato confermato nel ruolo di segretario generale della Filctem Cgil di Taranto, categoria sindacale che tutela i lavoratori dell’energia, chimica, gas, delle tessiture e delle confezioni. L’incontro si è svolto venerdì 21 febbraio e nel corso del II Congresso Provinciale è stato decretato di scegliere ancora una volta il sindacalista martinese, che ha guidato la categoria quattro anni fa nel delicato processo di fusione della Filtea e della Filcem. Di seguito, la nota stampa della Filctem Cgil:

“Al congresso sono stati presenti il segretario generale della Cgil di Taranto Luigi D’Isabella e il segretario nazionale Mario Di Luca. Sono intervenuti, testimoni di storie e di vertenze dall’Itn, dalla Miroglio, dall’Eni, da Taranto Energia. Lavoro, crisi, ambiente, made in Italy, cassa integrazione, investimenti. Queste sono state le parole d’ordine della Filctem di Taranto in questi ultimi anni, che ha dovuto affrontare da un lato vertenze difficilissime che non hanno ancora trovato soluzione e lo scoramento dei lavoratori, la mancanza di azioni politiche efficaci e la lontananza delle Istituzioni. Il sindacato come ultimo baluardo a difesa, lontano da utopistiche posizioni ideologiche ma consapevole che, come ha detto Giuseppe Massafra nella sua relazione di apertura: “Un territorio senza lavoro, un Paese senza lavoro, è un Paese che non ha futuro, è un Paese che muore giorno dopo giorno. Muore nella sua parte migliore, perché sacrifica soprattutto le sue migliori risorse”.

Una generazione intera sacrificata sull’altare della crisi, come cosa inevitabile e invece frutto di scelte precise. Basti considerare l’emblematico caso dell’ITN di Martina Franca, una realtà produttiva che era considerata tra le più importanti aziende del distretto produttivo martinese e che occupava più di 180 lavoratori di cui 150 operai in produzione. In tre anni, dalla comunicazione della cessazione delle attività produttive ad ora il sindacato, grazie anche a mobilitazioni che hanno coinvolto i cittadini, ha provato a convincere l’azienda dell’importanza dell’investimento sulla sua risorsa più grande: i lavoratori. Ma non c’è stato verso, nonostante a pochi passi, invece, un’altra azienda ha investito in ricerca e qualità e anche sui lavoratori, e raggiungendo l’importante obiettivo di essere premiata al Pitti Uomo.

Vertenze, in questi anni, che hanno coinvolto lavoratori e cittadini, un territorio intero, come quella di Miroglio. In questi anni troppe volte siamo arrivati ad un passo da una possibile soluzione occupazionale, altrettante volte però abbiamo sentito il gusto acido della delusione constatando che tutte quelle soluzioni che sembravano a portata di mano non erano che tentativi di speculazione sulle agevolazioni economiche e sullo stabilimento, che fortunatamente i lavoratori hanno “requisito” alla proprietà. Anche in questo caso, nonostante le numerose delusioni, nonostante il tempo trascorso senza risultati significativi, la voglia di non rassegnarsi di questi lavoratori rappresenta la motivazione con la quale il sindacato continuerà la sua battaglia per il lavoro e per lo sviluppo del territorio.

Investimenti pubblici e privati come quelli che necessità l’Eni che, nell’assoluto rispetto della compatibilità ambientale, possano garantire sicurezza degli impianti e ulteriore sviluppo delle attività produttive.

La perdita di competitività di un sistema produttivo è legata soprattutto al costo del lavoro in riferimento alla tassazione, tra le più alte d’Europa e anche al costo dell’energia. Tema fondamentale, che tocca da vicino la Filctem Cgil è trovare il modo di abbassare i costi energetici, alti anche perché si dipende troppo dalle forniture estere, quando in realtà l’Italia, con i giusti investimenti, potrebbe essere totalmente autosufficiente.

Ma non basta a tracciare la sintesi della crisi. In provincia di Tarano le ore di Cassa Integrazione Ordinaria nel 2013 sono aumentate del 28% rispetto al 2012. Le aziende che hanno fatto ricorso alla CIGS sono cresciute del 16%, tutte per crisi o cessazione di attività. Ma i dati più allarmanti si recuperano leggendo i numeri della disoccupazione. Dalle statistiche dei Centri per l’Impiego della Provincia, a dicembre 2013, tra disoccupati e inoccupati, si raggiunge la soglia del 45,44%. Significa che a dicembre quasi metà della popolazione censita agli uffici di collocamento è senza lavoro.

Mentre metà territorio è senza lavoro, e una generazione intera è stata saltata, sacrificata, cancellata, non bisogna perdere la speranza. Anzi è questo il più importante compito del sindacato ora. Una speranza costruita con la partecipazione, mettendo da parte la rassegnazione, lavorando sui diritti affinchè non si trasformino in privilegi. Combattendo contro il più terribile nemico: la solitudine. Il sindacato ora e nei prossimi anni avrà il compitò di ricucire, mettere insieme, pezzo per pezzo, un tessuto sociale e lavorativo lacerato, parcellizzato, polverizzato, in cui ognuno si sente solo a combattere contro eventi più grandi. Il sindacato avrà il compito, consapevole, come la Cgil ha dimostrato presentando il Piano del Lavoro, di indicare la strada da percorrere per ricostruire la speranza, attraverso azioni concrete che vanno dalle attività di risanamento, bonifica, messa in sicurezza del territorio, alla valorizzazione dei beni culturali; dallo sviluppo dell’innovazione tecnologica; alla riforma e al rinnovamento della Pa; investire nella conoscenza; nell’innovazione e nelle infrastrutture, ma anche nella difesa del lavoro nei settori più tradizionali (agricoltura, industria, terziario); sostenere la ricerca pubblica e incentivare quella privata; investire nella qualità delle produzioni italiane e quindi nel made in Italy; intervenire sul sistema del credito; garantire regolarità e trasparenza nel sistema degli appalti (cancellando il massimo ribasso).

I lavoratori, i cittadini, le famiglie, il territorio, hanno bisogno di attori, quindi, nel senso di coloro che agiscono e non che recitano”.

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