Dovrà lavorare molto, in questa campagna elettorale, ma il Consigliere regionale Gianfranco Chiarelli ha buone possibilità di essere il parlamentare di riferimento di tutta la provincia di Taranto nel prossimo Governo. Ha dovuto sudare le proverbiali sette camicie per vedere il suo nome all’ ottavo posto della lista dei candidati alla Camera dei deputati.E’ stato premiato il suo impegno all’interno del PDL nel Consiglio regionale, ma anche il suo grosso seguito elettorale conseguito in quella che è l’unica competizione seria demandata unicamente al suffragio popolare, quando Chiarelli fu il più votato nell’intera provincia di Taranto e nei primissimi posti nella regione. La notizia della candidatura di Chiarelli è stata presa con grande soddisfazione a Martina, non solo dai simpatizzanti del PDL, ma di tutta quanta la città. Martina potrebbe finalmente riprendere ad esercitare un ruolo importante nell’intera area ionica. Quel ruolo quasi dimenticato nella sua storia, quando era rappresentata da parlamentari di grosso calibro come Orlando, Caroli, Motolese, Consoli. Da allora la città ha visto susseguirsi dei  parlamentari che non hanno certamente lasciato il segno e dei quali probabilmente non si ricorderanno nemmeno i nomi. Si è riscattato anche un Consiglio provinciale (quello del PDL) che era uscito con le ossa rotte alle ultime amministrative, ad iniziare dalle primarie mancate, poi conseguite con la scelta sbagliata di alcuni candidati. Questa volta Perrini & C. hanno fatto la voce grossa ed hanno visto un candidato che potrà rappresentare l’intera provincia di Taranto in uno dei posti che i sondaggi danno tra gli eletti. Chiarelli potrà così prendere il posto vacante lasciato da Pietro Franzoso, prematuramente scomparso circa un anno fa. Al Consigliere regionale martinese va anche il merito di aver iniziato un nuovo corso del partito, partendo proprio da Martina Franca dove svolge il ruolo di coordinatore cittadino.

La presenza di Chiarelli ha fatto si, fino all’ultimo minuto, che altri possibili candidati del centrodestra decidessero di non candidarsi, dimostrando che è possibile che finalmente il PDL possa iniziare un nuovo corso.

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