L’assessore regionale al Welfare, Elena Gentile, comunica che “la commissione nazionale Lea – Livelli essenziali di assistenza – ha finalmente consentito alla Puglia di entrare nell’elenco delle regioni italiane che garantiscono l’esigibilità del diritto di “non soffrire” durante il travaglio del parto. Fino ad oggi la “partoanalgesia”, non rientrando nei livelli essenziali di assistenza, veniva assicurata solo in pochi ospedali con i costi a carico delle donne. Un’altra battaglia di civiltà fortemente sostenuta dal governo regionale – conclude l’assessore Gentile – che ci consentirà anche di ridurre il ricorso al parto cesareo la cui percentuale, anche se in diminuzione, si mantiene al di sopra dei limiti previsti”.
Attualmente i metodi farmacologici per ridurre il dolore del travaglio sono essenzialmente tre: epidurale, uso di oppiacei per via endovenosa e la respirazione di protossido d’azoto attraverso un sistema nasale. I primi due sono abbastanza usati, mentre l’ultimo è raro.
L’epidurale è la tecnica di analgesia del parto più praticata nel mondo, con punte del 60% tra le donne dei paesi anglosassoni. In Italia invece ora solo il 3% delle donne che devono partorire (media nazionale) ha la possibilità di accedere ad un servizio di analgesia in travaglio di parto. (fonte http://www.ilmiobaby.com/)

 

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