L’intellettuale martinese ha insegnato all’università di Padova. L’amministrazione: “Una grave perdita per la scuola, la ricerca e la società civile”

La scomparsa di Raffaella Semeraro ha destato sconforto in città. L’intellettuale martinese, che ha insegnato per diversi anni all’università di Padova, viene salutata da un comunicato dell’amministrazione comunale, in cui si ricorda la sua figura di docente e ricercatrice e di membro delle Nazioni Unite. Queste le parole del sindaco Ancona e dell’assessore Scialpi:

“L’Amministrazione Comunale di Martina, a nome della città, esprime vivo cordoglio alla famiglia Semeraro per la perdita di Raffaella Semeraro,  intellettuale che, seppur lontana di Martina da diverso tempo, ha onorato la nostra comunità con la sua ricerca scientifica e pedagogica  nell’università di Padova, dove per anni ha insegnato,  e fuori, in diversi contesti culturali e istituzionali.

In particolar modo attraverso molteplici pubblicazioni mirate al miglioramento e alla qualificazione dei processi educativi e pedagogici, specie nella sperimentazione della  didattica  e dell’educazione ambientale, dirigendo la scuola di specializzazione universitaria  in questa  disciplina e coordinando il dottorato di ricerca.

Raffaella Semeraro è stata  Membro del Comitato scientifico dell’Associazione Italiana dell’Università delle Nazioni Unite, della  Commissione Nazionale Italiana dell’UNESCO (Organizzazione delle Nazioni Unite per l’Educazione, La Scienza e la Cultura – Settore Educazione), del  Centro Interdipartimentale e Interfacoltà per la Formazione Universitaria Professioni Educative e alla Ricerca Didattica (Università degli Studi di Padova),  del Centro Internazionale di Studi Psicodinamici della Personalità (Venezia), della Società Europea di Cultura (Venezia), della Società Italiana di Pedagogia, della Società Italiana di Ricerca Didattica, della Comparative Education Society in Europe e della  European Educational Research Association. Infine ha speso molte energie per i diritti umani, impegnandosi in diverse iniziative e nel comitato dell’Università di Padova.

Una grave perdita per la scuola, la ricerca sperimentale  e scientifica, per la società civile”.

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