Inchiesta sulle pompe di benzina nel centro abitato

La scorsa settimana abbiamo portato alla ribalta un episodio piuttosto singolare, quello di un appartamento a ridosso di una stazione di servizio di Via Locorotondo nel quale, per forti odori di carburante, sia i Carabinieri che i Vigili del fuoco giunti sul posto, hanno inibito l’uso della stanza da letto e del bagno alla coppia che vi abita e vietato soprattutto che si accendessero le luci. Nello stesso tempo, le forze dell’ordine, avevano invitato il gestore della pompa di non erogare più carburante dopo quello che era contenuto nella cisterna. Provvedimento che è stato poi ratificato da un provvedimento del tribunale. Subito dopo, i tecnici della Q8, hanno iniziato a fare delle trivellazioni per cercare di comprendere le ragioni di quanto accaduto. L’azienda ha pensato bene di ospitare a proprie spese la famiglia in questione presso un B&B di Martina. E’ stato un buon segnale da parte della compagnia, ma certamente non ha risolto i problemi dei due malcapitati. Provate ad immaginare i disagi dovuti all’andirivieni tra abitazione e B&B per prendere le proprie cose.

L’episodio di Via Locorotondo ha portato a galla dei grossi problemi che da anni riguardano le stazioni di servizio a Martina che, nonostante esista un regolamento regionale che ne vieta l’ubicazione nel centro abitato, continuano ad avere proroghe pur essendo i loro serbatoi a ridosso delle abitazioni, come nel caso di quella in via Locorotondo. Per la verità avevamo sollevato un’altra grossa inadempienza come la mancanza, per la maggior parte di esse, di serbatoi di raccolta acque meteoriche di prima pioggia e di lavamento rivenienti dalle aree di servizio di carburanti ai sensi dell’art. 5 del Decreto del Commissario Delegato per l’emergenza ambientale in Puglia n. 28/CD/A del 21/11/2003. Questa autorizzazione verrebbe rilasciata dalla Provincia di Taranto IX settore ecologia ambiente. Spesso, questi controlli vengono fatti dalla Guardia Forestale. La cosa è grave perché tutte le acque, prima che vengano convogliate nelle fogne, potrebbero contenere dei residui di carburante ed essere fortemente dannose. Dopo la nostra denuncia sembra che qualcosa si stia muovendo, vista la comparsa di alcuni escavatori in altre aree di servizio. Potrebbe essere ancor più pericoloso ipotizzare che i residui di carburante potrebbero finire nelle falde acquifere o compromettere anche le vegetazioni. Un esempio? Guardate quell’albero adiacente la stazione di servizio dismessa di carburanti in Via Giuseppe Fanelli nei pressi della succursale dell’Ufficio Postale. C’è un leccio che, trai tanti alberi simili, è completamente secco. Perché? Provate ad immaginarne la risposta. Cosa più grave è che a Martina, le pompe di benzina dismesse diventano dei musei. Ce ne sono almeno sei in questo momento: una in Via Mercadante, una in Via D’Annunzio, quella di Via Fanelli, le due di Piazza D’Angiò e quella in Viale Carella. La norma obbliga non solo a rimuovere i manufatti, ma anche a bonificare l’area, in quanto i serbatoi possono contenere ancora dei residui di carburante ed essere dannosi, sia per la comunità, sia per la vegetazione pubblica, come nel caso di quell’albero in Via Fanelli. Interpellata a riguardo, l’Assessore Nunzia Convertini ci ha assicurato che il Comune ha avviato le procedure, cosa mai fatta prima di questa amministrazione, alle rispettive Compagnie per bonificare le aree in questione, come quella in Piazza D’Angiò rimossa a proprie spese dall’azienda di carburanti. Le compagnie sono obbligate al ripristino dello stato dei luoghi. Se non ottemperano nel tempo previsto, il Comune può avviare il procedimento in danno, ovvero bonificare l’area e avviare il risarcimento ai danni delle società petrolifere. Speriamo che finalmente venga applicato il regolamento regionale e che tutte le stazioni di servizio vengano spostate fuori dal centro abitato, spostamenti che, per quanto costa il carburante, non dovrebbero essere un peso per le stesse compagnie. E’ auspicabile che non ci siano altri casi come quella famiglia di Via Locorotondo

Antonio Rubino

 

 

Un pensiero su “Stazioni di servizio, situazione pericolosa e paradossale”

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