Di seguito un comunicato congiunto a firma di Andrea Lumino (Slc Cgil Taranto) e Maria Luigia Bucci (Slc Cgil Puglia):

Oggi si vive però una drammatica conseguenza della crisi che impatta su questo aspetto della genitorialità, mettendo in difficoltà tante giovani mamme: ormai le aziende dei call center in outsourcer hanno scambiato il concetto di flessibilità dell’orario di lavoro con quello di precarietà.

 Orari cambiati all’improvviso, flussi di chiamate diversi dalle pianificazioni, utilizzo distorto di ferie e rol anche da parte dell’azienda hanno messo in difficoltà tantissime di queste giovani donne, costringendole alle dimissioni (in alcuni casi) o alla riduzione dell’orario individuale.

È l’esatto opposto dell’azione che si vuole portare a livello nazionale, quello di aumentare strutturalmente l’orario individuale rendendo questo lavoro dignitoso al pari degli altri.

Difronte alle continue sollecitazioni, l’azienda non ha dato risposta, aumentando questo senso di precarietà e determinando una dichiarazione sindacale unitaria di sciopero a singhiozzo ad oltranza, per rivendicare dignità per queste lavoratrici più in difficoltà ma per tutti i lavoratori.

Non si può decidere della vita dei lavoratori, non si può pensare di avere sottomessi: la SLC CGIL non ci sta!

 

 

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