Il 27 giugno 1980 un aereo della compagnia Itavia, un Dc9 con 81 persone a bordo, partito da Bologna Borgo Panigale e diretto a Palermo Punta Raisi, a un certo punto del tragitto sparì dai radar. Era sera.

Era la sera della strage di Ustica. Da trentatre anni si cerca una verità,ne sono troppe ma in sostanza non si sa nulla. Esplosione a bordo? Missile?

Si cerca una verità che forse venne anche comunicata, da qualcuno, alla centrale radar di Martina Franca, dell’aeronautica militare. O forse quella verità è da cercarsi altrove. Ma una verità, da qualche parte, c’è. E il presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, chiede ancora oggi, interpretando il sentimento degli italiani che vogliono la verità, di indagare per accertare responsabilità “rimaste coperte da inquietanti opacità e ombre”. Napolitano parla apertamente di responsabilità anche straniere.

Intanto, quello di oggi rischia di diventare un anniversario-beffa. L’avvocatura dello Stato valuta il ricorso rispetto al risarcimento da un milione 200 mila euro ciascuno che era stato riconosciuto ai familiari di tre vittime. Proprio nel giorno dell’nniversario. Il sindaco di Bologna, Virginio Merola, sintetizza la vicenda: “incredibile”.

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