Stefano Coletta nella redazione di Puglia Press

Da nove mesi è fuori dall’Amministrazione Comunale di Martina Franca, nella quale ricopriva cinque deleghe assessorili e la carica di Vice Sindaco, ma soprattutto dopo essere stato il più suffragato candidato a Martina Franca con 1679 preferenze, probabilmente primo anche in Italia, rapportandoci al numero di abitanti. Senza ombra di dubbio ha permesso a Franco Ancona di diventare Sindaco e, a tanti che siedono in Consiglio comunale, di diventare Consiglieri ed Assessori. L’ex vice sindaco ha accettato di rilasciare una intervista in esclusiva al settimanale Puglia press, sull’ultimo numero dell’anno.

Stefano Coletta, come hai trascorso questi mesi?

A pensare e a riflettere, ma anche ad organizzarmi per il prossimo futuro, con un gruppo di persone con le quali abbiamo vissuto l’ultima esperienza politica.

Eppure tu mostrasti già una certa sofferenza a ricandidarti con l’attuale amministrazione

Dopo quattro anni di una esperienza amministrativa bellissima, ritenevo opportuno si svolgessero le primarie, senza che nessuno si arrogasse il diritto di essere ricandidato. Credevo che bisognasse avere coraggio nella vita e un po’ di umiltà. Il mio gruppo avanzò questa proposta che non fu per nulla accolta e, siccome prevalse il sentimento di squadra, anziché di fare un percorso autonomo, decidemmo con gli amici di sostenere il sindaco uscente.

Sei sempre stato definito un ambizioso ed un po’ presuntuoso, cosa rispondi?

Bisogna porsi sempre degli obiettivi, altrimenti la vita diventa monotona e noiosa. Credo che l’ambizione sia una caratteristica importante dell’essere umano, purché circondata anche da altri valori.

Tu hai avuto cinque assessorati, oltre quello di vicesindaco, non erano un po’ troppi?

Non ero solo, dietro di me c’era una squadra. Ho la fortuna di appartenere ad un gruppo con il quale condividevo tutto e mi dava una mano anche nella gestione amministrativa. I patti preelettorali erano diversi, avrei dovuto fare il vicesindaco in proiezione futura, per crescere ed essere il prossimo candidato sindaco nel 2022. Dovevo essere abbastanza libero nel manovrare politicamente la macchina amministrativa. Questo è venuto meno, perché all’ultimo momento, prima della composizione della Giunta, cambiò tutto, di fronte al rifiuto di altri consiglieri comunali di entrare in Giunta come Nunzia Convertini che non aveva accettato la delega all’Urbanistica. Con grande responsabilità, accettai di ricoprire altri ruoli, ma il patto era che questa soluzione sarebbe durata tre mesi. Poi se ne sarebbe trovata una diversa.

Stefano Coletta, su cosa sei scivolato?

Io penso sulla mia eccessiva correttezza, sul mio essere, tra virgolette, buono. Invece qualcuno pensò dovessi rimanere il ragazzo di bottega del 2012, solo per alzarsi le maniche e calarsi nei cassonetti a raccogliere la spazzatura. Volevano continuassi a fare quello, ma ero cresciuto. Avevamo chiesto agli elettori di poterci assumere una responsabilità diversa e, loro, mi avevano risposto con un voto chiaro ed indiscutibile.

Da chi sei stato tradito?

E’ una parola grossa. Sarebbe meglio dire: da chi sono stato deluso. Le mie dimissioni sono state un grido d’allarme. Non è stato ascoltato. Mi è stato rubato il campanello, da chi ha preso il mio posto. Mi sarei aspettato una presa di coscienza dopo quel mio grido, nel quale denunciavo una mancanza di squadra. Purtroppo mi resi conto che non c’era più lo stesso clima degli anni precedenti

A chi ti riferisci quando parli di mancanza squadra?

Al sindaco sicuramente no. Lui ha svolto la funzione di Ponzio Pilato. Lo aveva sempre detto: in questa amministrazione doveva contare prima il Consiglio comunale. Lui si è posto come unico obiettivo quello di portare a termine il piano del nuovo PUG. Alla tua domanda ti rispondo: una buona parte di Consiglieri comunali e anche di ex colleghi Assessori, quelli più giovani. Da loro mi sarei aspettato, non dico la riconoscenza per ricoprire quel ruolo grazie al mio risultato elettorale.  E’ capitato a Stefano Coletta di essere diciamo bloccato, forse per invidia o qualcos’altro da altri colleghi assessori e consiglieri comunali. Domani potrà capitare anche a loro.

Chi dirige l’orchestra in questa Amministrazione? Nella scorsa campagna elettorale i ‘poteri forti’ venivano indicati appartenere agli altri candidati sindaci. Addirittura veniva fatta la similitudine con i mafiosi del Padrino di Coppola

Non ci sono poteri forti. Nel 2016 ci fu un disegno di mandare a casa Franco Ancona, prima della fine del suo mandato. Si doveva impedire che vincesse grazie al carico di progetti che si stavano realizzando. Se avessimo concluso il mandato, avremmo vinto facilmente, rispetto a quello che è accaduto

In che cosa hai sbagliato?

Devo ammettere di aver fatto alcuni errori, intanto quello di non essermi candidato a sindaco. Alla fine di essermi fidato di Ancona e in quel patto nel quale avrebbe tutelato il nuovo corso generazionale. Ho confidato sul rapporto umano di amicizia che c’era tra di noi. Non avrei mai immaginato si dovesse piegare supinamente alle richieste, alle invidie e alle cattiverie di alcuni consiglieri comunali. Farò tesoro di quanto accaduto.

La gestione della raccolta differenziata ha influito sul rapporto con il tuo elettorato?

Sono molto orgoglioso di aver gestito questa delega. Lo rifarei per tutta la vita. Siamo passati dal 3 al 71% E’ rimasto il fenomeno di 200 buste abbandonate nell’agro che dobbiamo monitorare ed eliminare, ma sono orgoglioso che finalmente Martina sia stata premiata da Legambiente. Tutte le cose sono migliorabili, ma ci vuole il tempo necessario per farlo.

L’amministrazione è fatta anche di equilibri, ti è mancato un gruppo consiliare che ti potesse tutelare

La tua analisi è logica. Pensavo che facendo parte della stessa coalizione, vinto una battaglia insieme, con i miei voti e aver consentito a tanti di loro di essere eletti, di poter contare su un rapporto che valutasse soprattutto quello che si stava facendo.

Ma ci sono possibilità che tu rientra in amministrazione?

Il mai dire mai esiste. Io ho posto dalle questioni amministrative e politiche da risolvere. Allo stato attuale non credo ci siano le condizioni per farlo.

Tornando alle tue ambizioni, puoi parlarcene?

Credo sia arrivato il momento di crescere politicamente. Con un bellissimo gruppo di persone che aumenta di giorno in giorno, con il quale, oltre alla qualità in quanto studiamo, ci prepariamo seriamente, perché sentiamo un grande dovere verso la gente e i nostri concittadini. La riposta è sì, continuerò a fare politica a tutti i livelli. Ancora è troppo presto, mancano due anni alle regionali. C’è da parte nostra la volontà di essere protagonisti in questa occasione, ma possono esserci altre scadenze, anche al Parlamento se dovesse cadere il Governo. Non mi auguro che cada Ancona, perché il commissariamento è la peggior sciagura che possa capitare ad una città. Però dobbiamo essere pronti e ci stiamo preparando.

Auguri Stefano!

Auguro a tutti di avere umile coraggio nell’affrontare le difficoltà che ogni giorno si presentano, nel saper prendere scelte importanti, nel porsi obiettivi lungimiranti. Auguro a tutti di Buon Anno

Antonio Rubino

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