Stefano Bonaccini, segretario regionale del Pd in Emilia Romagna, è venuto a Martina franca per parlare del futuro del partito in vista delle primarie. Su di lui corrono numerose voci: che sarà il futuro responsabile nazionale dell’organizzazione del Pd, che è schierato con Renzi anche se prima era un “bersaniano di ferro”, che sarà nominato componente all’interno del direttivo nazionale del Pd al prossimo congresso.
Insomma, una carriera in sicura ascesa per un ragazzo nato a Campogalliano, paesino con più bottiglie di lambrusco che abitanti – solo ottomila – dal quale ha iniziato la sua carriera politica che lo ha portato prima come assessore nella sua città, poi alla vicina Modena e infine a consigliere regionale.
Cosa ha detto col suo accento emiliano? Che il partito va ricostruito partendo dalla base (perchè, era stato demolito?), che bisogna dare spazio al merito e alla meritocrazia (a parole ok, ma nei fatti come?), che al congresso lui crede che vincerà Renzi, il quale formerà il suo nuovo direttivo senza poi tener conto delle varie mozioni congressuali e dei voti espressi (e allora a cosa serve votare mozioni a un congresso?).
Infine ha terrorizzato il povero Vincenzo Angelini quando gli è scappato che “me lo ha detto Matteo, i primi a essere rottamati saranno i renziani” salvo poi girarsi verso il primo renziano martinese in ordine cronologico e dirgli in tono affettuoso “ma non quelli della prima ora, eh, significa che hanno creduto in lui da prima o no?“.
Poi ha parlato di Cuperlo che “rappresenta quell’apparato di partito che è lì da vent’anni e ha stancato gli elettori”, cosa che Bonaccini deve conoscere bene visti i suoi ventitré anni di attività politica, salvo poi correggere il tiro anche questa volta e dire che “in fondo sono proprio loro che poi hanno tirato avanti la carretta per tutto questo tempo”.
Ha rischiato infine di fare una gaffe clamorosa che va bene in una chiacchierata in un circolo di partito, ma gli si sarebbe ritorta contro in un qualsiasi dibattito aperto: quando ha detto, riferendosi al calo dei voti dei grillini in Basilicata alle elezioni regionali, che “La gente la puoi prendere in giro una volta, due, mica tre; se ti elegge una volta, due, e vede che si rimangono gli stessi problemi di prima delle elezioni, anzi aumentano, la terza non ti elegge più“. Bonaccini, avrebbe potuto rispondergli chiunque, questa frase è valida non solo per i grillini ma anche e soprattutto per partiti come Pd o Pdl che, nonostante si siano alternati più volte alla guida del governo nazionale e di svariati governi regionali, non sempre sono riusciti a risolvere i problemi che avevano né la prima né la seconda volta.
Ah dimenticavo: Bonaccini è anche in lizza per diventare responsabile nazionale della comunicazione del Pd. Sempre se comunica come ha fatto qui a Martina, credo.

Daniele Milazzo

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