“Mi lascia, senza alcun dubbio, sereno in quanto so di aver agito nel rispetto della legge ed in perfetta buona fede, ma nello stesso tempo perplesso sui contenuti della legge Severino”, ha esordito così, oggi in conferenza stampa, il sindaco di Fasano, Lello Di Bari, che si è visto notificare questa mattina il provvedimento di sospensione per 18 mesi dalla carica di primo cittadino. La decisione è giunta dal prefetto di Brindisi, Nicola Prete, in seguito alla condanna ad 8 mesi per abuso d’ufficio per cui è stato condannato, in primo grado, Di Bari. Alla base della condanna vi sono irregolarità relative al piano di recupero del centro storico di Fasano, la vicenda vede coinvolto anche il consigliere regionale Fabiano Amati.

“Nel nostro Paese ogni cittadino è ritenuto innocente – ha continuato Di Bari – sino alla condanna definitiva. In questo caso, invece, è bastata una prima sentenza per fare attuare il provvedimento. In ogni caso, esprimo la rinnovata fiducia nella magistratura, nel suo complesso”. Le sue mansioni saranno affidate al vicesindaco Gianleo Moncalvo, a cui Di Bari ha posto fiducia anche “perché la stessa capacità ed esperienza per andare avanti la riconosco a tutti i consiglieri di maggioranza; confido nel loro senso di responsabilità in un momento così particolare ma soprattutto nella buona volontà di tutti nel proseguire il cammino che abbiamo tracciato, negli anni passati, insieme ai nostri concittadini. Non sarà certo una sospensione ad interrompere questo cammino che sta facendo registrare grandi risultati ad una città che vuole continuare a crescere”.

A poche ore dalla sua sospensione sono partiti messaggi di solidarietà e di critiche, a tal proposito Di Bari ha precisato: “Raccomando a tutti di mantenere la calma, di ignorare le provocazioni che sicuramente ci saranno e di andare avanti per la nostra strada perché posso assicurarvi che, mai come ora, continuerò ad essere vicino, nel rispetto di quanto mi viene consentito, alla Città, alle sue esigenze nonché all’intera giunta che potrà disporre dell’esperienza che ho acquisita in questi anni”.

Di Bari non prenderà parte ai Consigli comunali e ai lavori di giunta: “Non ho nulla di cui rimproverarmi e, poi, resto fiducioso sull’esito dell’appello: non ho fatto nulla, se non affidare una delega al completamento dell’iter sul Piano di recupero del centro storico al leader dell’opposizione, nel 2009, in Consiglio comunale, ossia all’attuale consigliere regionale Fabiano Amati. Assicuro che le indennità di carica da sindaco già maturate a febbraio ed a marzo saranno destinate al restyling della villa comunale, come promesso ai ragazzi dell’Azione cattolica e che anticiperò con i miei soldi anche i fondi che occorreranno da aprile in poi”.

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