Così l’Assessore regionale alle Attività Produttive commenta l’attentato alla sede provinciale di Confinustria

Continuano a giungere in redazione le reazioni di sconforto ed i messaggi di solidarietà alla sede provinciale di Confindustria, dopo l’attentato di cui vi abbiamo riferito in mattinata, con il ritrovamento di tre colpi di pistola al portone della sede dell’associazione tarantina degli industriali e ad una finestra vicina. Dopo le parole di Antonio Stasi della Fillea-Cgil e del parlamentare martinese Gianfranco Chiarelli, riportiamo il commento di Fabrizio Nardoni, Assessore Regionale alle attività Produttive:

“I primi giorni del 2014 – scrive Nardoni in una nota stampa – hanno il sapore amaro di una città che continua a presentarsi divisa, litigiosa, violenta. Ad Enzo Cesareo e a tutta la Confindustria di Taranto rivolgo parole di solidarietà e vicinanza, perché quando qualcuno sceglie la strada della violenza, dell’intimidazione e dell’aggressione, è il momento di serrare le fila ed essere dalla parte delle vittime senza se e senza ma.

La minoranza incivile o criminale della mia città va assolutamente combattuta con la maggioranza di quei cittadini che non si riconoscono nei codici tribali del gesto intimidatorio e delle urla senza costrutto. Azioni che purtroppo rischiano di fare notizia più delle storie di passione, amore, buona educazione, buoni sentimenti e buone pratiche, che pure trovano residenza in molti angoli del nostro territorio.

Negli anni difficili di Taranto e della sua provincia occorre andare controcorrente e difendere ogni presidio di dialogo e confronto, anche fosse mille miglia lontano da noi, per evitare che tutto si trasformi in una guerra di bande o in barbarie.

Bisogna però non avere paura e non arretrare. E soprattutto bisogna tornare a parlarsi in un dialogo sereno, aperto e senza preconcetti. Perché il rischio è che ogni pezzo di democrazia che lasceremo incustodita venga inevitabilmente assorbita nell’ombra della Taranto in cui soffia la paura, il pregiudizio e il menefreghismo e che tutti abbiamo il dovere di combattere, anche se su posizioni o fronti differenti”.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Continuando a usare questo sito, siete d'accordo con l'uso dei cookie. maggiori informazioni

The cookie settings on this website are set to "allow cookies" to give you the best browsing experience possible. If you continue to use this website without changing your cookie settings or you click "Accept" below then you are consenting to this.

Close