Arrivano particolari sulla sentenza che ha determinato il rientro in Consiglio Comunale dell’Avv. Mauro Bello. Secondo i Giudici di Palazzo Spada, infatti, “la cifra elettorale di lista (la quale, ai sensi del comma 5, “è costituita dalla somma dei voti validi riportati dalla lista stessa in tutte le sezioni del comune”) è destinata a presidiare la fase della assegnazione dei seggi a ciascuna lista appartenente al gruppo delle liste collegate, mentre la cifra individuale di ciascun candidato alla carica di consigliere comunale (la quale, ai sensi del comma 6, “è costituita dalla cifra di lista aumentata dei voti di preferenza”), attiene propriamente alla fase della proclamazione degli eletti. Lo schema descritto non è suscettibile di subire variazioni allorquando occorra procedere alla cd. prededuzione, ovvero alla sottrazione, dal numero dei seggi spettanti a ciascun gruppo di liste collegate, del seggio spettante al candidato Sindaco non eletto, afferendo essa alla fase procedimentale della assegnazione a ciascuna delle liste collegate dei seggi complessivamente spettanti al gruppo di liste collegate: assegnazione che presuppone appunto la sottrazione del seggio destinato al candidato Sindaco non eletto”

In altri termini, la fase procedimentale dedicata alla proclamazione degli eletti, sulla scorta del criterio della cifra individuale di ciascun candidato consigliere, non si sovrappone, nell’ipotesi in cui occorra procedere alla cd. prededuzione, a quella, preliminare, destinata a sfociare nell’assegnazione dei seggi a ciascuna lista collegata, sulla base del criterio della cifra elettorale di lista”.

Il Consiglio di Stato ha, dunque, sconfessato la tesi del TAR Lecce, aderendo totalmente a quanto sostenuto dalla difesa di Bello già in primo grado (con l’Avv. Massimino Crisci), ed al Consiglio di Stato (con l’Avv. Donato Antonio Muschio Schiavone) parlando addirittura di “univoca chiarezza del disposto normativo” che non avrebbe dovuto lasciare adito a dubbi di sorta.

Viva soddisfazione del Dott. Mauro Bello, la cui battaglia di legalità contro una decisione che ha sempre sentito come ingiusta, ha trovato l’esito cercato.

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