Contro la legge nazionale di privatizzare l’acquedotto entro quattro anni una presa di posizione bipartisan. “L’acquedotto siamo noi” il manifesto di un gruppo di consiglieri regionali che fanno appello al parlamento. Anche Vendola rivendica la natura pubblica del servizio idrico.

Il Consigliere Regionale Antonio Martucci comunica di aderire all’appello-manifesto “L’Acquedotto siamo noi…”, sottoscritto da Fabiano Amati (primo firmatario), Umberto Fratino, Ernesto Sticchi Damiani, Corrado Petrocelli, Graziana Brescia, Antonio Felice Uricchio, Gianluigi Pellegrino, Roberta Maria Rana, Michele Laforgia, Gabriella Genisi, Mario Aulenta, Federica Cotecchia, Franco Gagliardi La Gala, Francesca Portincasa,  Nicola Lamaddalena, Mauro Bolognese.
Il manifesto-appello “L’Acquedotto siamo noi”, è rivolto ai parlamentari pugliesi per ottenere la modifica della legge nazionale che fissa al 31 dicembre 2018 la scadenza della gestione del servizio idrico in capo ad Acquedotto Pugliese e l’obbligo della Regione Puglia di vendere le azioni. Con tale documento, invece, si è richiesta la cancellazione della data di scadenza della concessione di gestione in favore di AQP e dell’obbligo della Regione Puglia di alienare le azioni della stessa.
Sull’argomento è intervenuto anche il governatore Nichi Vendola, il quale ha dichiarato di volersi battere affinchè la gestione dell’Aqp resti di natura pubblica: “La mia amministrazione ha orgogliosamente difeso la natura pubblica della proprietà dell’Acquedotto pugliese. Il servizio idrico per noi è un servizio pubblico e l’Aqp deve mantenere la sua natura di soggetto con proprietà pubblica. Ricordo che con uno slancio di coraggio istituzionale abbiamo anche cercato di far ritornare la società Aqp alla sua natura originaria di ente pubblico, registrando purtroppo una sentenza sfavorevole della Corte Costituzionale. Non intendo recedere di un millimetro da questa posizione. Apprezzo gli articoli di stampa che riportano all’ordine del giorno il tema della durata della concessione del servizio idrico integrato così come auspico che tutti i parlamentari pugliesi si impegnino con proposte legislative a garantire la continuità, anche oltre il 2018, della concessione del servizio. Meglio ancora sarebbe se tutte le forze parlamentari del centrosinistra, superando pulsioni privatizzatrici che pure sono emerse, traducessero in una legge nazionale quello che la Regione Puglia ha tentato di fare con le sue limitate competenze legislative”.

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