Il consigliere comunale Aldo Leggieri ci spiega uno dei punti all’ordine del giorno più importanti del Consiglio Comunale di domani pomeriggio

Tra i vari punti all’ordine del giorno del consiglio comunale di domani c’è quello relativo all’atto di indirizzo del partenariato pubblico/privato per la tutela e valorizzazione dei beni culturali del patrimonio culturale. Si tratta di un’iniziativa fortemente voluta da Aldo Leggieri, Presidente della Commissione Cultura. Lo abbiamo ascoltato per avere maggiori informazioni sulla vicenda.

Ci spieghi meglio di cosa si tratta?

Si tratta di un provvedimento molto interessante, che ha origine da un dibattito pubblico di questa estate tra me e l’assessore Scialpi. E cioè sull’esigenza adesso di rendere centrale e rilevante il settore dei beni culturali. L’Italia, il sud, la nostra terra, è dotata di un vastissimo patrimonio di beni, ma spesso tale settore ha risentito di pesanti tagli di spesa pubblica. Troppo spesso, a mio giudizio, in passato, le scelte politiche operate hanno penalizzato il settore, a vantaggio della destinazione dei fondi pubblici ad altri settori dell’economia, di maggior impatto elettorale.

Quale potrebbe essere la sua applicazione nella nostra città?
L’atto di indirizzo di giunta, sulla base della relazione scritta e discussa in VI commissione consiliare, ha l’obiettivo di mettere in connessione forme di partenariato tra pubblico e privato. Per la tutela, la valorizzazione ed eventualmente la gestione del bene culturale. Si tratta di politiche innovative, che sono in linea con la visione dell’amministrazione Ancona. Si vedano anche le forme “miste” nel campo dell’urbanistica, con la rigenerazione urbana, le politiche sociali con la partecipazione delle associazioni private dedite al volontariato. O con le iniziative culturali che hanno coinvolto e coinvolgeranno gli attori di settore o le adozioni di piccoli spazi del patrimonio pubblico affidati a cittadini, scuole o associazioni di cittadinanza attiva. Detto in parole chiare: la Pubblica Amministrazione non ce la fa da sola a mantenere i beni pubblici, i privati possono intervenire per dare una mano in modo attivo. Ci sono, per esempio, le porte della città vecchia che sono in rovina. O l’ospedaletto, o San Nicola dei Greci. Le sale di palazzo Ducale, che vogliamo trasformare in un grande contenitore culturale (compreso l’archivio storico di cui parlai dopo un reportage: predisporremo un bando), o il chiostro del Carmine. Ma ci sono tanti beni storici da salvare in città.
Cosa deve (o può) aspettarsi l’amministrazione dai privati in un periodo di crisi economica?
La domanda è molto pertinente. Nel senso che non è facile spiegare ai privati l’opportunità di intervenire nel settore per sistemare alcuni pezzi della città. Nell’impianto normativo che ho predisposto e che mi auguro venga approvato all’unanimità in consiglio comunale, segue varie tracce: la prima è il cosiddetto “mecenatismo culturale”, sostanzialmente si aziona a norma di legge la leva fiscale con esenzioni e agevolazioni. Poi vi sono le sponsorizzazioni, contratti a prestazioni corrispettive attraverso il quale il privato, a fronte di un corrispettivo da pagare, acquisisce il diritto di utilizzare a proprio vantaggio l’immagine o il nome di un certo bene. Poi vi sono le forme più avanzate di partenariato, per la fruizione, o addirittura la gestione del bene per un periodo di tempo limitato.
Si può già pensare a qualche esempio in merito?
Ci sono, per esempio, le porte della città vecchia che sono in rovina. O l’ospedaletto, o San Nicola dei Greci. Le sale di palazzo Ducale, che vogliamo trasformare e già lo stiamo facendo in un grande contenitore culturale (compreso l’archivio storico di cui parlai dopo un sopralluogo attraverso un reportage: in tal senso predisporremo un bando), o il chiostro del Carmine. Ma ci sono tanti beni storici da salvare in città. L’azione amministrativa bisogna prepararla: non a caso le inziative sulle dimore storiche, o gli incontri con l’assessore Barbanente con la nuova legge regionale, o il dialogo con il ministro Bray con il decreto Cultura, vanno tutti in questa direzione. Seguendo con coerenza una strada.
A proposito di strade da seguire: che percorso sta attuando il PD per la scelta del segretario cittadino? In città si vocifera di una tua candidatura: quanto c’è di vero?
Eh…cosa ti devo dire…Mi dispiace che c’è poco dibattito. Che si parli poco di contenuti, idee e di piattaforme (si dice così no?). Il congresso di un partito politico, per come la vedo io, dovrebbe essere il momento più stimolante e vitale di gruppo di persone che lavorano assieme per obiettivi comuni. Sicuramente c’è bisogno di passioni forti, di autonomia intellettuale e di pensieri lunghi. Da tradurre nell’azione civica, politica e amministrativa. C’è bisogno sicuramente di sostenere l’amministrazione comunale ma allo stesso tempo di pungolarla quando il partito la pensa in modo diverso. Non c’è dubbio però che occorre che il partito viva la città, il territorio, organizzando e coinvolgendo pezzi della città. Insomma, bisognerebbe ridare speranza ai cittadini che credono ancora o che non credono più alla politica proiettata al bene comune. Ma non mi far dire altre cose,  ci vorrebbe una giornata intera…

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