Di seguito un comunicato diffuso dal parlamentare Gianfranco Chiarelli:

«Trentotto morti per un incidente stradale, nel 2013, rappresentano la testimonianza di un sistema sociale, nel suo insieme,  ancora troppo arretrato, soprattutto nel nostro martoriato Sud. Non trovo parole adeguate a rappresentare pienamente il mio cordoglio per le famiglie delle vittime e allo stesso tempo l’imbarazzo, come uomo delle Istituzioni, di fronte alle tante responsabilità, pubbliche e private, su cui gravano le cause dell’accaduto» Inizia così il commento dell’on.le Gianfranco Chiarelli, volutamente posticipato all’indomani dei funerali, su quanto accaduto nei giorni scorsi in Irpinia. «Appezzabile la presenza del presidente Letta ai funerali, il cordoglio della Nazione, il lutto nazionale, –prosegue il parlamentare ionico– ma ora occorre fare di più, per evitare che simili tragedie si ripetano. Attendiamo l’esito delle indagini per comprendere meglio le cause del terribile incidente, ma già dai primi racconti appare chiara la concomitanza di due elementi scatenanti: lo stato di manutenzione del mezzo e quello del guard rail. Ciò mette in evidenza, da un lato la questione dei controlli su chi gestisce i servizi, dall’altro la storica arretratezza delle infrastrutture che caratterizza il mezzogiorno di Italia. Al di là di ogni retorica –conclude Chiarelli- occorre andare oltre la commozione e il cordoglio, e passare ai fatti, con provvedimenti concreti che puntino ad assicurare più sicurezza sulle strade.»  

(nota: l’on.le  Chiarelli ha depositato una interrogazione a risposta scritta al ministro per le infrastrutture e i trasporti on.le Maurizio Lupi)

Un pensiero su “Incidente Irpinia, interrogazione di Chiarelli”
  1. E’ scandaloso che sulle nostre strade circolino autobus – come quello dell’incidente – con più di 900mila chilometri a 18 anni dalla immatricolazione.
    Ma non è colpa della storica arretratezza delle infrastrutture del sud Italia se il guard-rail “new jersey” non ha retto all’urto perchè quelle barriere sono uguali su tutti i tremila chilometri di autostrade italiane.
    L’interrogazione va fatta, quindi, anche alla famiglia Benetton, principale azionista della società (nel 1999 fu regalata da Prodi): per risparmiare, i guardrail sono fatti di ricotta?

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