Giovanni Fedele un amore incondizionato del verde pubblico. La sua scomparsa , avvenuta una settimana fa, lascia un vuoto, non solo nei cuori di chi lo ha conosciuto, ma anche nelle strade e nei parchi di Martina Franca.

Il verde pubblico che ancora persiste serve come ultimo testimone del suo impegno.

La sua vita dedicata prevalentemente alla cura di ogni spazio verde della città, ora ci parla con una nota di nostalgia, rimembrando non solo ciò che è stato salvaguardato, ma anche ciò che è stato irrimediabilmente perso.

La sua storia professionale inizia negli anni ’50, considerati gli anni d’oro. L’Amministrazione Comunale di Martina Franca allora guidata dal sindaco Alberico Motolese era alla ricerca di mani esperte a cui far accudire il verde pubblico.

Fu Martino, il fratello maggiore, a vedere in Giovanni non solo un fratello minore, ma un giardiniere nato.

Lo spinse a candidarsi a quel ruolo che avrebbe definito il resto della sua vita.

Così, con umiltà e determinazione, Giovanni iniziò il suo viaggio nel mondo del giardinaggio, assorbendo i segreti dei maestri, dimostrando presto quelle doti che lo avrebbero portato a diventare il capo giardiniere di Martina Franca.

Per cinquantacinque anni, il suo lavoro ha reso Martina Franca un gioiello di verde, ammirato non solo dai suoi stessi concittadini, ma anche dai tanti avventori.

Giovanni Fedele è stato stimato e rispettato da tutti, indipendentemente dalle Amministrazioni Comunali che si sono succedute.

Con un gruppo ristretto di collaboratori, ma molto coeso, Giovanni ha curato tutto il verde di Martina Franca: i tanti alberi presenti allora in città, le ville comunali tra queste Villa Carmine, Villa Garibaldi e la villetta di Piazza Crispi.

Erano dei veri gioielli, tanto che il suo lavoro lo portò ad essere considerato un vero maestro; un professionista senza eguali, stimato da tutta la comunità.

Negli anni ’80, iniziò anche ad occuparsi del giardinaggio privato.

Progettò gli spazi verdi di ville di amici e conoscenti, trasformando ogni angolo in una celebrazione della bellezza che Dio ci ha donato.

Fu la sua passione a guidarlo nell’insegnamento di questa nobile arte a suo figlio, indirizzandolo verso la Scuola Agraria di Locorotondo, in un passaggio di testimone che segnò l’inizio di un nuovo capitolo.

La decisione di aprire un vivaio in zona Cappuccini fu il coronamento di un sogno.

Il nuovo progetto famigliare vide il coinvolgimento del figlio e della moglie e, sotto l’intuizione e la guida di Giovanni, fiorì nel vero senso della parola, diventando un simbolo di qualità e amore per la natura attraverso il verde pubblico e a quei tempi anche privato.

Quel vivaio non fu solo un luogo dcommerciale, ma diventò il cuore pulsante dell’eredità verde di Giovanni.

Un marchio di famiglia che trascendeva il commerciale per toccare l’anima di chiunque avesse il piacere di visitarlo.

Anche dopo il pensionamento, Giovanni Fedele non poté distaccarsi da quella che era stata la sua vita, la sua passione ed aveva contribuito a scrivere la storia di Martina Franca.

La sua collaborazione con il Comune continuò. Fu incaricato di trasformare persone socialmente utili in giardinieri.

Una missione che accettò con la serietà e l’impegno che lo contraddistinguevano, lasciando un segno indelebile nelle vite di coloro che ebbe l’onere di formare.

Il vivaio, trasferitosi prima in zona Pergolo e poi in Via Taranto, rimase il fulcro della sua attività, un sogno che continua a vivere attraverso suo figlio Paolo, ed ora nel cuore e nelle mani del suo amato nipote, Giovanni Fedele Junior.

Quest’ultimo, erede di una tradizione famigliare di amore e dedizione, ha raccolto il testimone, con la promessa di portare avanti i sogni e i progetti del nonno, in un flusso continuo di passione che scorre ininterrotto da una generazione all’altra.

Tuttavia, nonostante la sua dedizione in tutti quasti anni, l’avanzare della modernizzazione ha visto l’erosione progressiva di questi spazi verdi, lasciando dietro di sé un retaggio di verde sempre più frammentato che, in tante parti è stato sopraffatto dal cemento o dai parcheggi stradali ad ogni costo, molti dei quali per invalidi (che sembrano essersi negli ultimi tempi moliplicati ), o con soste riservate carico e scarico che, in alcuni casi, sono posti personali per il titolare dell’attività.

La trasformazione urbana ha lasciato cicatrici profonde sul paesaggio di Martina Franca, con aree verdi sacrificate sull’altare dello sviluppo.

Cosa è rimasto della Villa Garibaldi o della splendida Villa Carmine? Degrado assoluto.

Stessa piega che sta prendendo il nuovo Parco Orti del Duca.

La scomparsa di Giovanni Fedele ci fa riflettere su ciò che resta del suo operato: frammenti di verde in una città che, negli anni, è peggiorata, ma saranno le future generazioni a subirne le conseguenze.

Il verde pubblico che ancora resiste è un monito sulla fragilità del nostro patrimonio naturale e sulla necessità di proteggerlo, con la stessa dedizione dimostrata da Giovanni Fedele.

Ciò ci esorta a non trascurare il valore del verde nelle nostre esistenze e nelle città.

È un appello a proteggere con cura ogni albero, giardino e spazio naturale pubblico, come quei pochi alberi sopravissuti in città, le ville comunali ed il Parco delle Pianelle, di inestimabile importanza, ma oramai trascurato.

Sono le ultime riserve d’ossigeno necessarie alla nostra sopravvivenza.

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