Si riceve e si pubblica quanto segue: 

“Non mi stupisce la tempestiva quanto prevedibile risposta dell’assessore Palmisano che, come ben già tutti sapranno è il pupillo di Donato Pentassuglia. Come spetta al bravo figlio, così un giovane ragazzo si sforza di difendere suo padre che personalmente non avevo indicato quale responsabile di una serie di determinate situazioni.
Pentassuglia è da pochi mesi occupante dell’assessorato regionale e questo tempo gli ha permesso di prepararsi la strada per una campagna elettorale in stile “American dream” (sogno americano/promesse per una vita migliore). La sanità in Puglia, come a Martina Franca vive fra realtà e brutti sogni e mi sembra naturale che qualcuno prometta sogni più positivi in tempo di elezioni. Positivi si, ma quanto reali? In veste di componente del consiglio comunale ho a cuore le sorti del territorio martinese e pongo le domande all’uomo di riferimento che siede a livello regionale. Che l’amministrazione Ancona sia da tempo impegnata a rivoluzionare la città è un fatto che i cittadini hanno verificato (anche se la rivoluzione è rimasta solo su Facebook). Se nel precedente articolo denunciavo la sproporzionata cifra dedicata ai canoni di locazione per solo sei locali siti in Martina Franca (oltre 500mila euro all’anno), in questo intervento mi accingerò a fare una ulteriore riflessione in merito all’emorragia di risorse che vede da anni dissanguare la sanità regionale. Quando Vendola dieci anni fa prese le redini della Regione, la disfatta del suo programma elettorale iniziò da Terlizzi per poi arrivare in valle d’Itria con il rischio declassamento del nostro nosocomio ospedaliero. L’allora assessore Amati (predecessore di Pentassuglia) avviò la dismissione sul nostro territorio dei servizi sanitari ma i contratti di locazione erano già sottoscritti ed il consigliere Pentassuglia non obiettò molto. Oggi se un esponente di centrodestra contesta per l’ennesima volta una situazione, la risposta che viene riservata è sempre la stessa: colpa di chi amministrava prima. Ma sono passati dieci anni e le responsabilità di chi ha amministrato in questi anni la Regione Puglia ha due nomi: Vendola e Partito Democratico”.

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