Daniele Franceschini negli spogliatoi di Melfi

C’erano novantanove possibilità su cento di retrocedere per come si erano messe le cose.  Lippolis aveva portato la squadra sull’orlo della retrocessione, Tilia è riuscito a traghettarla fino alla salvezza, ma il suo merito maggiore è quello, dopo due allenatori, di aver indovinato il terzo, vero artefice di questa salvezza.  E’ euforico Daniele Franceschini, l’allenatore che ha fatto un autentico miracolo.

“C’è una grande emozione, questa salvezza per me equivale alla vittoria del campionato, per come era partita la stagione. E’ un piccolo miracolo sportivo. Sono contento di aver regalato questa gioia ai tifosi. Lo sono per i ragazzi che oggi hanno giocato con il cuore e per tutti i miei collaboratori che mi hanno dato una mano in tutti questi mesi, nonostante mille difficoltà. Questo obiettivo raggiunto è  motivo d’orgoglio” 

Il caldo ha influito molto in questa partita?

“Sì, perché noi paghiamo dazio, abbiamo giocatori più esperti, ma rispetto a loro più anziani. Loro erano più giovani e correvano di più. Abbiamo accusato di  più il colpo. Parecchi dei nostri avevano i crampi, poi in questa stagione abbiamo speso molto. Però non ci siamo mai disuniti. Abbiamo rischiato poco. Solo una volta hanno tirato nello specchio della porta. Anche se hanno avuto il predominio del campo. Con quello che abbiamo costruito in questi tre mesi abbiamo visto una squadra che ha lottato, ha giocato con il cuore e si è difesa con ordine”

Tu della Lazio, Ugolotti della Roma, alla fine hai vinto il derby?

“(Ride) No, no, non c’entra nulla. Il Martina è il Martina, ha vinto con il Melfi. Le storie personali non ‘entrano tra gli allenatori. Io sono contento. Fa piacere aver vinto e questa vittoria ha un valore doppio”

Quante possibilità ci sono che tu possa rimanere al Martina?

“Adesso è presto per parlare di queste cose. Mi voglio godere questa salvezza con i ragazzi. Stasera festeggeremo con la città, con i tifosi e  dopo vedremo i programmi miei e quelli della società. Valuteremo”

Antonio Rubino

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