Di seguito una nota diffusa da Antonio Castellucci, segretario generale del sindacato Fai-Cisl per le province di Taranto e Brindisi:

In Prefettura a Bari, pochi giorni fa, è stato sottoscritto il Protocollo d’intesa regionale per la costituzione di rapporti di collaborazione interistituzionale contro l’illegalità e il lavoro sommerso, al fine di attivare task force provinciali ed azioni mirate di contrasto, svolgere il monitoraggio e l’analisi dei dati sui fenomeni criminali. Tale processo  auspichiamo che divenga, nei settori Agricolo e Agroalimentare, vero deterrente per chi non è in regola e, al contempo,  sostegno alle numerose imprese sane, creatrici di sviluppo, affinché queste emergano sempre di più creando solida economia aggiuntiva, prodotti e alimenti di eccellenza (uva, vino, olio, ecc…) e competendo  in un mercato ormai globalizzato.

Tali settori così potranno, allo stesso tempo, fare rete con quelli di industria, turismo e commercio, sostenendo a pieno titolo lo sviluppo dell’intera regione.  Certo, per il settore Agricolo in particolare è necessario che si punti ad  uno sviluppo di sistema attraverso opportuni investimenti, nuovi controlli mirati – che  avvengono oggi nonostante le esigue risorse a disposizione degli organi preposti –  e, inoltre, con la repressione per ripristinare la legalità delle attività nel rispetto delle regole delle leggi e dei contratti.

 E, in particolare, la lotta al lavoro nero può rendere strategico lo sviluppo anche in questo settore che continua ad essere vocazionale dei nostri territori. Non possiamo pensare né tantomeno accettare, che le aziende che fanno ricorso a sistemi irregolari e al caporalato calpestino impunemente  la dignità di migliaia di lavoratori, creando una economia malata e squilibrata. Il lavoro nero e sommerso, mai dimenticarlo, è il lavoro reso al di fuori di ogni regola e legalità, senza versare le dovute trattenute fiscali e spesso anche i contributi previdenziali e ciò significa, di fatto, anche sottrarre al territorio  ed alla collettività nazionale, utili e risorse.

I dati dell’osservatorio pugliese sui reati del settore Agricolo e Agroalimentare (O.r.s.a.) dimostrano che circa  il 50 per cento delle aziende del comparto agricolo ispezionate presentava irregolarità per la forza lavoro impiegata. A Taranto su 80 aziende ispezionate 39 sono risultate irregolari, a Brindisi su 54 aziende, le irregolari sono state 27. Soprattutto in questo settore, l’illegalità e il caporalato devono essere combattuti senza fare sconti, perché significa anche, per chi si piega a questi meccanismi illegali, consegnare il proprio destino di aziende e di braccianti agricoli,  donne, extracomunitari e giovani, a meccanismi illegali ed alla gestione  sconsiderata del mercato del lavoro.

Il Protocollo d’intesa  regionale, siamo certi, andrà a rafforzare grazie al Prefetto di Taranto Dott. Claudio Sammartino,  il  già operativo protocollo sottoscritto il 28 ottobre 2011 per aggredire, sul versante ionico, fenomeni che riguardano il non rispetto della sicurezza sui posti di lavoro per  il settore agricolo e dell’edilizia. In un situazione come quella ionico-salentina, dove la competitività delle aziende agricole è insufficiente  – ad esempio, per la costituzione in forme associative o l’apertura verso nuove colture che possono aggredire il mercato locale e non solo –ma la concorrenza sleale è altissima e dove il tessuto imprenditoriale agricolo è decisamente fragile e parcellizzato, è necessario favorire un’ Agricoltura di sistema dove difendere la vita dell’impresa attraverso anche l’ausilio di un sistema creditizio più elastico, agevole e tracciabile.

Così come tracciabile, noi della Fai Cisl, vorremmo diventasse il lavoro agricolo rendendo più agevole l’incontro domanda/offerta e sperimentando anche una nuova gestione del mercato del lavoro attraverso la partecipazione degli Enti Bilaterali, garantendo così dal primo momento al lavoratore un’azienda sicura, dove ricevere una retribuzione adeguata nel rispetto di leggi e contratti e  alle aziende garantire, lavoratori qualificati.

Insomma, occorre dare finalmente strada alla cultura della legalità del lavoro, in Agricoltura.

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