Al via il progetto per la riqualifica di aree colpite dall’inquinamento

Quella della coltivazione della canapa può essere un’attività redditizia in Puglia? Sembrerebbe di sì, stando al progetto Canapuglia che ha recentemente preso il via nell’ambito del programma “Principi attivi” di Bollenti Spiriti promosso dalla Regione Puglia. Oggi nei pressi di Cerano e Taranto, nella Masseria Carmine della famiglia Fornaro, il progetto è diventato una realtà fattiva. La masseria in questione, diventata simbolo del prezzo pagato dall’agricoltura e dalla zootecnia alla grande industria, diventa adesso un simbolo di speranza e di cambiamento. In quella masseria si pianta la Cannabis a compimento del progetto dell’Associazione CanaPuglia che fu presentato nel maggio dello scorso anno dall’assessore regionale Nardoni, progetto nato in stretto rapporto con i nuovi programmi di aiuto e sostegno che avrebbero riguardato gli agricoltori, specie nelle aree compromesse dall’inquinamento. «Già all’indomani della mia nomina chiesi ai tecnici e agli esperti dell’Assessorato di lavorare con particolare attenzione sulle opportunità da offrire a quei territori dove la ruralità, l’allevamento erano stati compromessi dall’inquinamento. – afferma l’assessore- Da tarantino pensai subito all’area SIN di Taranto, ma anche a quella di Brindisi, dove gli agricoltori o gli allevatori erano stati costretti a stoppare o contenere le loro attività». Un doppio obiettivo, quindi, da un alto riqualificare delle aree compromesse, dall’altro dare l’impulso alla coltivazione e alla lavorazione di un prodotto che, dopo la recente legge che consente l’uso della cannabis a scopi terapeutici, consente di produrla in maniera del tutto legale e proficua. Con un terzo obiettivo, che è quello di fornire opportunità di lavoro ai giovani. La compromissione ambientale di quei terreni aveva lasciato le aziende agricole e zootecniche senza speranza e senza previsione di futuro. Ecco perché andava assolutamente individuata una possibilità di ristoro, ma anche di politica rurale adeguata. Oltre al progetto di Canapuglia, Nardoni comunica che si sta ulteriormente lavorando per strutturarlo nell’ambito del prossimo PSR (Programma di Sviluppo Rurale) in fase di redazione. Il progetto della semina della canapa, nato timidamente alcuni anni fa, oggi trova dunque pieno sostegno nelle politiche che l’Assessorato all’agricoltura intende realizzare a partire dalle prossime misure di sostegno previste dalle politiche rurali e dai fondi europei. La canapa, inoltre, non è soltanto un grande intercettatore di inquinanti e strumento di bonifica dei terreni. Proprio da alcuni mesi l’assessorato regionale del settore sta lavorando con gli agronomi e i fitopatologi su un’altra opportunità da offrire agli agricoltori di queste aree, attraverso l’individuazione di varietà forestali che siano in grado di creare un effetto bonifica attorno alla cinta industriale, ma anche un elemento di redditività aggiuntiva alle imprese del territorio che potranno ottenere così sostegni economici dai fondi per la forestazione ma anche opportunità di incremento delle loro attività attraverso l’uso del ceppato da utilizzare per la produzione di energia. Nardoni ha rivolto un pensiero speciale per la famiglia Fornaro. «I semi di canapa che sono stati piantati nella Masseria Carmine sono un progetto di futuro che incontra il terreno delle cose vere e tangibili. Sono le cose che servono a uomini coraggiosi e tenaci come Angelo e Vincenzo Fornaro, ma che servono soprattutto ad una comunità, quella jonica, che ha bisogno di tornare a discutere, si, di prospettive eco-sostenibili ma anche credibili e concrete».

 

Matteo Gentile

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