Da febbraio 2012, per la sezione martinese dell’Aido è stato un percorso tormentato. L’associazione, dopo 21 anni che la sede era in un locale della fondazione Caracciolo in virtù di un comodato d’uso gratuito (afferma il suo presidente attuale Donato Turnone) si è vista arrivare la lettera dal legale della fondazione: senso della missiva, dovete andare via da lì.

Così il responsabile dell’associazione Aido si è rivolto all’amministrazione comunale, esponendo che serviva un aiuto dal Comune consistente in una sede nuova, ma si era in epoca commissariale e gli fu risposto che con l’amministrazione nuova avrebbe dovuto vedersela.

Così è stato e Turnone è andato un anno fa a parlarne col sindaco eletto da poco, poi ha messo per iscritto l’istanza al sindaco Franco Ancona, rappresentando le necessità di un sodalizio che nella nostra cittadina conta 1050 iscritti e che si occupa di donazione degli organi. Non di una inezia insomma.

Il sindaco (che verbalmente aveva messo a disposizione di Turnone alcuni suoi collaboratori dell’amministrazione, e così è stato) ha risposto, a luglio scorso, per iscritto, che l’istanza dell’Aido per una sede sarebbe stata presa in considerazione a cose fatte per la determinazione del patrimonio da parte dell’amministrazione pubblica.

Dopo luglio, ancora lettere in questa triangolazione paradossale fra associazione Aido, Comune e fondazione Caracciolo che reclamava i locali, con evoluzioni anche antipatiche che hanno raggiunto in inverno i seguenti apici: un ratto di dimensioni gigantesche ritrovato morto nella sede dell’associazione, come contestato in termini di carenze igieniche dal presidente dell’Aido e come rilevato ufficialmente dai vigili urbani; poi, la decisione della fondazione Caracciolo di staccare il contatore della luce all’Aido.

Le pressioni, continue, di Turnone nei confronti dell’amministrazione comunale hanno ottenuto, nel corso del tempo, una serie di promesse verbali: faremo, vedremo, risolveremo. Non si è risolto nulla.

L’Aido si è riunita in assemblea nei locali senza luce; l’Aido ha tenuto manifestazioni pubbliche all’aperto; l’Aido non ha ottenuto alcuna sede dell’amministrazione comunale. Poi il presidente è andato da un prete, Raffaele Pepe della parrocchia “Regina Mundi”, e immediatamente ha ottenuto la disponibilità di locali. Sarà lì la sede dell’Aido di Martina Franca.

In quest’ultimo periodo in particolare, la donazione degli organi nella nostra cittadina è stata al centro dell’attenzione. Ma dalle parti del palazzo ducale nessuno se ne faccia portabandiera. Per decenza.

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