L’Assessore Regionale alle Politiche della Salute Elena Gentile spiega le novità in materia sanitaria presentate questa mattina a Palazzo Ducale, tra critiche della cultura economicistica e metafore calcistiche

Alla conferenza stampa mattutina di presentazione del protocollo Operativo su mobilità interaziendale del comprensorio della Valle d’Itria, della costituzione del Comitato Distrettuale Funzionale Interaziendale della Valle d’Itria, del Protocollo di attivazione del servizio 118 in ambito interprovinciale e della rettifica della Delibera di Giunta Regionale contenente la rimodulazione dell’offerta sanitaria era presente l’Assessore Regionale alle Politiche della Salute Elena Gentile, che ha spiegato la visione politica alla base dei provvedimenti adottati in materia di salute pubblica per il comprensorio della Valle d’Itria. “Sono emozionata – ha esordito la Gentile – perché oggi rappresentiamo il volto vero della politica, quello che trascende la cultura superata delle piccole patrie e cerca di rappresentare un volto moderno, di una sanità che deve contribuire ad abbattere gli steccati e deve uscire dal perimetro della burocrazia borbonica e deve rispondere alla domanda di salute dei cittadini”. L’Assessore Regionale ha anche criticato la deriva economicistica che ha investito tutti i settori, anche quelli pubblici: “Le scelte del governo centrale ci hanno messo in difficoltà nel settore del sistema sanitario nella nostra Regione. Abbiamo dovuto subire una cultura economicistica del diritto alla salute. Oggi il nostro campo non è governato dal Ministero della Salute (anche se il ministro Lorenzin viene a Taranto, si fa la passeggiata nel nostro ospedale e se ne va), ma dalle scelte economiche. Noi lavoriamo con i livelli essenziali del 2001 e questa è un’assurdità”. Un paradigma che non va giù alla responsabile regionale delle politiche della salute, che non le ha mandate a dire neanche in merito ai problemi per l’adozione della legge per arginare la dipendenza dal gioco d’azzardo: “C’è un governo che legittima il gioco d’azzardo, crea la patologia della ludopatia e poi impedisce alle Regioni di dotarsi di strumenti di cura”. Il riferimento è al rinvio della legge sulla ludopatia da parte della Regione Puglia a causa delle regole imposte dal piano di rientro che non consentono di introdurre facilmente nuove misure sanitarie.

Dalla Gentile è giunta anche una critica ai continui tagli che il settore della sanità pubblica continua a subire, da parte di tutti i Governi: “Il contenimento della spesa si fa in maniera scientifica, ma noi abbiamo subito dei tagli lineari, che hanno decapitato il diritto alla salute, ma anche quello allo studio. C’è un’insopportabile sperequazione che bisogna combattere ed è stata effettuata sui territori del Mezzogiorno. Il tema della deprivazione non è mai stato affrontato – ha dichiarato l’Assessore – ed io voglio accettare la sfida dei costi standard. E’ giusto razionalizzare la spesa e controllare i costi, ma ciò non deve andare a discapito del diritto alla salute “.

Il penultimo passaggio dell’intervento della Gentile ha riguardato l’applicazione di politiche che non guardino alle provincie, ma ai territori: “Noi vogliamo abolire le provincie, ma non per una ventata antipolitica, bensì per andare incontro all’architettura costituzionale. Infatti con il nostro provvedimento mettiamo dentro Brindisi, Taranto e Bari, ritornando alla cultura della valorizzazione del territorio, e la Valle d’Itria si presta benissimo a questa visione”.

La Gentile ha chiuso con una metafora calcistica: “Ci sono calciatori che spesso gettano la palla in calcio d’angolo o fanno fallo per spezzare le azioni, ma i buoni calciatori restano sempre in campo a giocare la partita e quella presente a questo tavolo è una buona squadra”.

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