Di seguito un comunicato diffuso dai rappresetanti di Martino Scialpi, che rivendica da oltre trent’anni il riconoscimento di un tredici al totocalcio. Il titolo del nostro articolo si riferisce al titolo del comunicato stesso, mentre nel corpo del comunicato si parla di richiesta di sequestro:

Dopo il pignoramento per 3 milioni di euro ai danni del Coni, la vicenda del tredicista martinese Martino Scialpi si arricchisce di un nuovo capitolo: la richiesta di sequestro dei verbali della commissione di zona dell’epoca, l’organo, attraverso cui il Coni verifica le vincite e il Ministero dell’Economia e delle Finanze controlla la corretta attività delle scommesse, che avrebbe dovuto certificare la presenza della matrice e dello spoglio della schedina vincente appartenente al sig. Scialpi. Sono questi i verbali che contengono la prova definitiva della vincita, con la matrice della schedina del sig. Scialpi. Sono verbali che il Coni non ha mai portato in Tribunale per contrapporsi alla richiesta di riscossione della vincita, rispetto alla quale il sig. Scialpi ha subito 31 processi, definitivi con sentenza e 15 pendenti, di cui 13 penali e 2 civili.

Un calvario giuridico per il commerciante Scialpi che insegue il suo sogno di giustizia e di vittoria.

A sancire la legittimità della sua vincita è stata la sentenza del Tribunale di Taranto nel febbraio 1987, e precisamente il 10 febbraio 1987, in cui veniva stabilita come valida la giocata, originale la schedina e assolveva il sig. Scialpi dall’accusa di truffa allo Stato. Insomma, la giocata era valida. Ma dal 1987 sono trascorsi altri 26 anni ed il sig. Scialpi attende ancora la riscossione. Nel frattempo ha dovuto difendersi da altre accuse e in altri processi, sempre legati alla giocata del 1981.

L’avvocato Guglielmo Boccia, suo legale da circa un anno, ha richiesto che quella sentenza del 1987 venisse riconosciuta definitiva, non essendoci mai stata opposizione da parte né del Coni nè di altri organi interessati. Con un atto ufficiale del presidente del Tribunale di Taranto, il dott. Antonio Morelli, lo scorso maggio 2013 ha dichiarato che a quella sentenza non c’è stata alcuna opposizione e quindi è da considerarsi definitiva e passata in giudicato. Quest’atto ha consentito all’avv. Boccia di procedere ai pignoramenti dei beni immobili e verso terzi del Coni, per un ammontare di 3 milioni di euro, e di richiedere l’accesso ai verbali della commissione del 1981, in cui è contenuta la matrice della schedina del sig. Scialpi. A questa richiesta, inviata al Coni di Bari, alla sede centrale di Roma ed al Ministero dell’Econimia, la segreteria generale del Coni ha risposto che il sig. Scialpi non ha interesse ad accedere. Pertanto, l’avv. Boccia, forte della sentenza passata in giudicato che ha riconosciuto valida la schedina di vincente del 1981, in data odierna sta procedendo con la richiesta di sequestro di quei verbali, presentata al Tribunale di Roma.

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