Torna stanotte l’ora legale. Attenzione quindi a spostare “in avanti” di un’ora le classiche lancette degli orologi, ovvero i caratteri digitali dei dispositivi elettronici. Per smartphone e cellulare, se si è provveduto a impostare su “automatica” o comunque “da rete” (o similari) la regolazione dell’ora, non dovrebbero esserci problemi. Stanotte alle due, quindi, il balzo in avanti nel tempo di un’ora, operazione che, teoricamente, dovrebbe farci dormire un’ora in meno, anche se ci darà maggior luminosità soprattutto la sera. Un vero e proprio cambio di fuso orario, che potrebbe provocare il jet-lag per i prossimi sei giorni, alterando leggermente il ritmo di sonno-sveglia. Questo, infatti, è regolato in parte dalla temperatura corporea interna, pertanto spostando l’ora del risveglio, la temperatura nella prima settimana non raggiunge un punto ottimale, provocando stanchezza verso sera. Allo stesso modo, però, il risveglio della natura insieme all’aumento delle ore di sole compensano la relativa stanchezza. Introdotta in Italia nel 1916, l’ora legale fu sospesa nel 1920, poi riprese nel 1940 e fu nuovamente interrotta nel 1948. L’adozione definitiva risale al 1966, in concomitanza con la crisi energetica. Infatti, a teorizzare l’ora legale era stato lo scienziato Benjamin Franklin, che nel Settecento individuò il modo di risparmiare adattando la vita quotidiana all’attività del sole. L’ora legale che entra in vigore da stanotte in tutta Europa, rimarrà fino al 26 ottobre, notte in cui si “recupererà” virtualmente l’ora di sonno persa domattina.

MG

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