L’Italia detiene il primato europeo nella rigenerazione dell’olio vegetale: una percentuale che si attesta intorno all’88% delle quantità raccolte (a fronte di un 56% della Germania e di un 46% della Francia). In Gran Bretagna addirittura non si rigenera l’olio usato mentre la media europea si attesta intorno al 41%.
I cittadini martinesi hanno recepito favorevolmente la campagna di sensibilizzazione sulla raccolta dell’olio vegetale. La foto, che riprende una stazione di raccolta situata nei pressi della Chiesa Santa Famiglia, lo dimostra.
Occorre infatti ribadire la pericolosità dell’olio vegetale usato: spesso dopo averlo cucinato lo gettiamo erroneamente nel lavandino. I danni arrecati da tale gesto sono, sia a livello economico che ambientale, enormi poichè l’olio dallo scarico, dopo avere percorso la rete fognaria, raggiunge gli impianti di depurazione. È capace, disperso nel suolo, di impedire l’assunzione delle sostanze nutritive da parte della flora e, rientrando nella catena alimentare come mangime per gli animali, ha conseguenze anche sulla nostra salute, generando costi socio-economici piuttosto elevati. Versato in uno specchio d’acqua un solo litro è in grado di formare una pellicola inquinante grande quanto un campo da calcio e di rendere non potabile un milione di litri d’acqua (pari a circa la quantità consumata da un individuo in 14 anni).
Comunque la foto testimonia che il raccoglitore è pieno, con bottiglie che vi fuoriescono. Col caldo gli oli possono prendere fuoco (anche se ad una temperatura molto più alta rispetto ai 32 gradi al sole di questi giorni), ma basterebbe un innesco (da parte del solito vandalo), una scintilla, una fiamma, un attrito, per danneggiare seriamente la stazione di raccolta e non solo quella.