È da mesi ormai che i massimi livelli istituzionali della nostra città, nella persona del sindaco Franco Ancona e del consigliere regionale Donato Pentassuglia, aspettano da Poste Italiane una risposta  alle numerose istanze che evidenziano il forte disagio degli utenti del centro storico e della popolosa contrada Motolese per la chiusura degli uffici postali.

La drastica ristrutturazione nazionale, annunciata già dallo scorso anno, pur rientrando in un’ottica comprensibile solo dal punto di vista aziendale, sembra colpire maggiormente le frazioni e i centri storici, cioè proprio quelle realtà dove c’è maggior bisogno di servizi. Un’ottica davvero inspiegabile invece da parte dei tanti utenti in cui la costante che emerge è che tagliare gli uffici postali proprio in quelle realtà significa colpire la povera gente.

E ci verrebbe da dire: questo è il ringraziamento dopo che per oltre 10 anni l’Amministrazione Comunale si è fatta carico di contribuire all’apertura di sportelli con proprie risorse. Non dimentichiamo, infatti, che Poste Italiane a suo tempo si era fatta forte degli accordi con le amministrazioni locali mettendo in evidenza quella “vicinanza” popolare ai propri clienti. Il problema dell’economicità è pertanto tutto da dimostrare visto che i costi dei suddetti uffici sono irrisori.

posteOggi l’atteggiamento ostile di Poste Italiane, di assoluta mancanza, anche formale, verso le istituzioni cittadine ma soprattutto verso i propri numerosi clienti, costretti a subire gravi disagi e disservizi, stride fortemente con la mission valoriale di quest’ultima, specie quando sul sito nazionale leggiamo che il servizio si basa sulla “capillare presenza sul territorio e sulla tradizionale vocazione a cogliere le esigenze della propria clientela”. Peccato che succede il contrario e a rimetterci, come al solito, saranno i cittadini, per lo più pensionati, che per la riscossione della pensione dovranno spostarsi in uffici maggiormente distanti.

Eppure le ricadute sociali di questo disservizio dovrebbero stare nel cuore di Poste Italiane a cui ricordiamo essere un’azienda pubblica; e se si considera che il soggetto economico è lo Stato, il fine principale non è il profitto ma quello di assicurare un servizio pubblico.

Chiediamo quindi che Poste Italiane risponda immediatamente alle richieste fatte dal Sindaco e dal Consigliere regionale ponendo in essere tutte le possibili soluzioni per giungere ad un’intesa che tenga in debita considerazione le esigenze di tutti, specie di chi vive in condizioni di debolezza.

Il Partito Democratico è dalla parte dei cittadini e non esclude forme di lotta non violenta che potrebbero prevedere  la chiusura in massa dei conti correnti aperti presso Poste Italiane.

 

La Segreteria PD di Martina Franca

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Continuando a usare questo sito, siete d'accordo con l'uso dei cookie. maggiori informazioni

The cookie settings on this website are set to "allow cookies" to give you the best browsing experience possible. If you continue to use this website without changing your cookie settings or you click "Accept" below then you are consenting to this.

Close