Dopo circa quattordici anni torna un martinese alla Camera dei deputati. Gianfranco Chiarelli è l’ottavo degli eletti nella lista del Pdl e prosegue la rappresentanza della nostra città in parlamento, dopo che Pasquale Nessa, dal Senato peraltro, gli ha lasciato il testimone.

Chiarelli viene eletto in virtù del risultato nazionale e regionale del suo partito, con la clamorosa rimonta di Berlusconi e dei suoi. Ma non può essere tralasciata un’analisi riguardante il dato locale. Pur senza scrittura del nome sulla scheda, quelle 10889 croci sul simbolo Pdl, nelle schede rosa, domenica e ieri a Martina Franca, sono di Chiarelli e del movimento che ha messo su in questi mesi. Il centrodestra si è riconosciuto, nel giro di pochi mesi, nella proposta della sua dirigenza, dopo averla punita con il risultato comunale 2012. Adesso il Pdl si è ripreso Martina Franca e il Pd non solo gliel’ha lasciata, ma ha anche perso parte del suo consenso tradizionale. Per il partito democratico un risultato pessimo, una sconfitta senza appello, che non può essere addebitata al segretario attuale Pino Bonasia, insediatosi poche settimane fa. Pesa la debolezza nel non aver saputo proporre un candidato del territorio (Donato Pentassuglia) e la stessa azione amministrativa locale, con il governo della città che è di competenza del centrosinistra, è stata ritenuta insufficiente dall’elettorato; è stata bocciata. Dai cittadini.

Viene in mente un editoriale del 1994, del Corriere della sera (Ernesto Galli della Loggia): vinse le elezioni Silvio Berlusconi, a sorpresa, nei confronti della “gioiosa macchina da guerra” del centrosinistra. Galli della Loggia intitolò quell’editoriale “La sinistra aristocratica”. Quella che si mette sul piedistallo, quella secondo cui siamo tutti uguali ma noi siamo più uguali di voi. Quella in cui noi siamo bravi e voi, tutti altri, non capite niente. Ecco, quel tipo di sinistra, attualmente al governo della città, è stato punito dalla città. Quella modalità di sinistra si è messa sul piedistallo, con Franco Ancona e simili. Ma non si è accorta che quel piedistallo, al massimo, era una cassetta della frutta rovesciata. Debole. E si è rotto subito, quel piedistallo. La sinistra del popolo funziona meglio. Chissà se Ancona e simili abbiano capito la lezione. Qua non c’è nessun piedistallo. Per nessuno.

Torniamo, in chiusura, al vincitore. Ora per Gianfranco Chiarelli, al di là dei giusti festeggiamenti, inizia un periodo incredibilmente impegnativo. Lui è uno dei pochissimi rappresentanti di questo territorio e di questa provincia in parlamento. Questo territorio, questa provincia, che costituisce l’emergenza numero uno d’Italia. Occorrerà essere veramente un politico di quelli bravi, perché la responsabilità che Chiarelli si è preso facendosi eleggere è enorme.

Agostino Quero

Un pensiero su “L’onorevole Chiarelli, la sinistra aristocratica”
  1. ho sempre detto che le amministrative non le ha viinte la sinistra ma le ha perse il centro destra diviso. Ora Chiarelli è stato bravo ad unire tutti i moderati. Una buona ripartenza per Martina. Il cambiamento è iniziato.

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