Ci è voluto un lavoro lungo un anno, confronti tra amministrazione e categorie prima di definire quello che a partire da quest’anno sarà il nuovo volto della festa patronale: le giostre cambiano location dopo 52 anni, era ora. L’allarmismo scaturito dalla novità ha fatto parlare, e di certo lo farà ancora, sia chi alla festa partecipa ma soprattutto chi ci lavora, con la “pretesa” di proseguire il proprio operato nelle strade del centro. Nel pomeriggio la conferenza stampa tenutasi nella Sala degli Uccelli, Palazzo Ducale, ha però risposto in modo esaustivo ai tanti dubbi scaturiti e ha cercato di appianare le preoccupazioni di quanti, con radicate consuetudini, guardano alla novità con scetticismo. Dal lontano 1962, anno in cui venne definita Piazza D’Angiò come area per gli spettacoli itineranti qualcosa è cambiato, all’epoca si era quasi fuori dalla città attorno vi erano poche case, le esigenze di fluida viabilità erano molto limitate, ma col tempo la popolazione è aumentata e la zona da anni totalmente edificata ha continuato a contenere, ad uno schioppo dai balconi, le attrazioni che oltre a creare un continuo inquinamento acustico, impedivano ai residenti di svolgere una vita regolare. Le motivazioni della scelta della giunta sono diverse, ma si riassumono in quello che Martina Franca è oggi una città più grande ed evoluta che ha bisogno di spazi sicuri e dedicati per le attrazioni, senza dover impedire a chi ci raggiunge da fuori città di rinunciare ad una passeggiata. Per concertare al meglio le esigenze dei giostrai, 82 ad oggi si è così pensato al campo in terra sito in sona pergolo. L’intera area è stata messa in sicurezza, battuto e appianato il terreno per crearne al suo interno un parco giochi che possa funzionare al meglio. Dal punto di vista della sicurezza, sono state predisposte uscite di emergenza, ottimizzati gli impianti di illuminazione, montati appositi quadri elettrici, ripulita l’area da erbette e potati gli alberi. Questo investimento che è costato al comune non poco permetterà di sfruttare uno spazio chiuso che per l’occasione sarà fruibile e che lascia spazio ad iniziative future. Si è previsto un servizio navetta che partirà dalle fermate di Via Taranto, piazza Marconi per intenderci, e Viale Stazione, alternando due bus della Miccolis che offriranno un servizio navetta completamente gratuito. I mezzi saranno a disposizione da e per la zona Pergolo a partire dalle 19.00 alle 24.00. Nelle parole dell’assessora Nunzia Convertini raccogliamo l’umiltà di una amministrazione che tenta di fare un passo avanti per il bene della città e che per quanto risulti ambiziosa come sfida non ne preclude l’ottimale riuscita. Si tratta infatti di scindere i due volti della celebrazione, un mutamento culturale prima di tutto, che vede da una parte i riti liturgici e la passeggiata per le strade del centro dove un percorso con bancarelle accompagna il cittadino fino alla Basilica, dall’altro l’aspetto più frivolo quello delle giostre, con uno spazio appositamente loro dedicato, adornato da luminarie, con punti ristoro e zone parcheggio accuratamente studiate. L’assessore Lasorsa ha illustrato il percorso per chi volesse spostarsi in auto, nelle zone prospicenti il campo sono stati contati circa 600 posti auto ricavati anche grazie al parcheggio di un impianto sportivo comunale e dell’area attigua ai vigili del fuoco. L’imbocco dalla ss 172 sarà in quei giorni a senso unico, non sarà possibile immettersi dalla zona colonne Grassi su via Taranto e la stessa strada resta chiusa ai mezzi di trasporto di carico pesante ai cui sarà inibita anche via Giuliani. Il disagio sarà minimo considerando che le aziende della zona industriale restano chiuse per il ponte, almeno parte di esse. Vi sarà un continuo monitoraggio della Polizia locale coadiuvata dal Ser, in zona saranno attivi mezzi per la rimozione coatta, consigliamo per tanto di usufruire solo dei parcheggi dedicati…per non rischiare di tornare a piedi. In conferenza è stato più volte sottolineato come Martina rappresentasse per l’intera Puglia l’eccezione, assieme ad un altro comune di pari dimensione, ospitando fino allo scorso anno le giostre nel centro. Certo a farsi l’abitudine ci vorrà del tempo, ma l’uomo ha in suo favore da sempre un grande spirito di adattamento e si è certi non saranno 1700 metri, questa la distanza dalla città, non 5 chilometri come si mormora, a fermare qualche ora di sano divertimento per i più giovani. Il timore dei giostrai è che il flusso possa essere ridotto portando quindi ad incassi ridimensionati, ma l’amministrazione crede in questo progetto e si augura che possa portare giovamento e far ricredere i tanti oggi dubbiosi. La zona di Piazza D’Angiò sarà pienamente sfruttata per parcheggiare permettendo ai turisti di raggiungere il centro agevolmente, inoltre le attività commerciali disseminate lungo il percorso che porta al pergolo potranno contare qualche coperto in più. Pro e contro di una scelta importante che pone l’accento sulla vivibilità della città, nel rispetto della libertà comune mentre i giostrai minacciano di non aprire.

Evelina Romanelli

Di Evelina Romanelli

Evelina Romanelli è nata a Martina Franca, laureata in Lettere presso l'Università di Bari con una tesi sul comparto manifatturiero della cittadina della Valle d'Itria. Il lavoro diventa libro "Il Made in Italy in Valle d'Itria", presentato a Milano, capitale della moda. La passione per la scrittura l'avvicina nel 2013 all'editoria, anno in cui comincia la sua collaborazione con il gruppo PugliaPress, dai siti online (Martinasera, PugliaPress, Invalleditria) ai cartacei (Pugliapress e Voce del Popolo) e non ultima la trasmissione televisiva Piazza Pulita. Sua la cura dei libretti da sala per il Festival della Valle d'Itria e la redazione di una recente storia sul dancing La Rotonda. Concretizza il suo lavoro con il conseguimento del tesserino da giornalista pubblicista nel 2015. Attiva collaboratrice della Fondazione Nuove Proposte Culturali, per cui segue i comunicati stampa per le manifestazioni organizzate, è addetta stampa del Comitato Centro Storico di Martina Franca. Definisce il suo rapporto con la scrittura "Un'intima relazione d'amore in cui le mani hanno il potere di leggere il cuore" .

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