Il comitato “Liberi e Pensanti”, nato a Taranto nell’agosto del 2012, si dissocia dalla chiesa locale, e per questo non intende prendere parte al convegno promosso per il 5 e 6 aprile prossimi dalla testata giornalistica “Cosmopolis Media”. Nell’ambito del convegno sul rapporto tra salute e inquinamenteo, si terrà anche una marcia partirà che da Statte e si concluderà presso l’Italcave, 4,8 km per chiedere alternative economiche alle industrie inquinanti.
Riportiamo il comunicato stampa attraverso il quale gli esponenti del comitato e spiegano le motivazioni di tale decisione..

Il Comitato Cittadini e Lavoratori Liberi e Pensanti non parteciperà al convegno e alla marcia del 5 e 6 Aprile 2014 promossi dalla testata giornalistica “Cosmopolis Media” con la collaborazione di alcune associazioni tarantine. Considera, infatti, del tutto inconciliabile la propria presenza con l’intervento, durante il convegno (come si evince da programma e locandina), del vescovo di Taranto Mons. Filippo Santoro. Siamo convinti che la chiesa tarantina abbia svolto, nel recente e remoto passato, un ruolo affinché in città nessuno mettesse in discussione la produzione di acciaio a ogni costo. Il cambio alla guida della curia, a nostro avviso, non ha portato quella inversione di rotta che in tanti auspicavano con fiducia. Mons. Filippo Santoro si è sempre espresso a favore dell’ambientalizzazione dell’Ilva e non ha mai perso occasione per sottolineare la pari dignità tra il diritto al lavoro ed il diritto alla salute. Mai ha preso posizione a favore del blocco immediato degli impianti inquinanti. Durante il convegno sulla salute ed il rischio sanitario a Taranto che abbiamo recentemente organizzato, l’avv. Francesco Nevoli ha ben illustrato, a nome del comitato, quanto l’ordinamento giuridico italiano abbia per lungo tempo sancito la supremazia del diritto alla salute sul diritto all’iniziativa economica. Anche oggi, dopo la tristemente nota sentenza della Corte Costituzionale, di certo non contempla la prevaricazione del secondo a scapito del primo e da questo solco non intendiamo assolutamente uscire. Riteniamo, dunque, che non sia possibile alcuna forma di ambientalizzazione dell’Ilva e che chi la proponga non abbia fino in fondo a cuore il futuro di questa terra e dei suoi abitanti. La presenza del vescovo tra i relatori del convegno (sempre leggendo la locandina a lui sarebbero affidate le conclusioni) dà inevitabilmente all’evento una connotazione molto distante da quella in cui si rispecchia il Comitato e dai principi ispiratori della stessa manifestazione. È per questo che ci vediamo costretti a prenderne le distanze. Siamo convinti che l’unità dei movimenti e delle associazioni sia importante affinché i cittadini possano far sentire sempre di più la propria voce. Essa, però, non può esistere a scapito della coerenza. Il Comitato invita tutti a riflettere su chi ha proposto la partecipazione al convegno del vescovo portando in un colpo solo disomogeneità e incoerenza all’iniziativa. Cogliamo l’occasione, infine, per sottolineare quella che è la nostra posizione in merito all’Ilva di Taranto: chiediamo con forza il fermo immediato di tutti gli impianti inquinanti, così come richiesto dalla magistratura tarantina in seguito all’indagine epidemiologica e chimica; l’avvio di un serio piano di bonifiche, con reimpiego degli operai in tali opere, e che vengano poste le basi per una economia alternativa. Non siamo disposti a fare sconti a nessuno.

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