L’intero asse policromo della politica martinese sembra fortemente in crisi. Da una parte si parla di diatriba interna al centrodestra in riferimento alla candidatura di Mario Caroli alle regionali mal sopportata da parte di Giacomo Conserva; ma anche nel centrosinistra, quindi nella maggioranza, dopo la fuoriuscita di Martucci (ultima presa di distanza dopo quelle di Convertini, Franco Basile e Donnici –  poi rientrati –   e del passaggio di Lorenzo Basile dalla carica di Assessore al Bilancio – incarico dato poi a Giuseppe Cervellera –  a quella di consigliere,  e ancora Donatella Infante che lascia per motivi personali, venendosi a creare una giunta interamente composta da membri del PD) non tira certamente un vento favorevole per la tenuta di una maggioranza frammentata che possiede al suo interno, paradossalmente, un’opposizione.

Mentre il Mep di Martucci, infatti, chiede l’azzeramento della Giunta, attirando su di sé l’ira dei maggiorenti del PD, per Magda Balsamo, ex PD, ora dichiaratasi “indipendente”, gli è valsa addirittura l’accusa, portata sul piano  personale, di essere stata una “traditrice”. Magda Balsamo, si ricorda, si dimise dall’incarico di staffista del Sindaco, coerentemente con un mandato elettorale a cui fu chiamata in conseguenza delle dimissioni di Franco Convertini.

Lo scorso 19 marzo Magda Balsamo decide di uscire dalla maggioranza formalizzando le sue dimissioni dal partito il giorno 23 marzo. La Balsamo, che in passato era subentrata a Gianfranco Palmisano, nominato assessore al posto del dimissionario Franco Convertini, da sempre ha recriminato all’amministrazione di cui faceva parte un mancato coinvolgimento nelle scelte governative. Il 18 marzo scorso Magda Balsamo si era rifiutata di firmare l’appello del Pd martinese a sostegno della candidatura di Donato Pentassuglia alle prossime elezioni regionali. Dopo il discorso pronunciato nel consiglio comunale del 19 marzo con cui di fatto Magda Balsamo passa dalla maggioranza all’opposizione dell’amministrazione, la consigliera, ora indipendente, si esprime ancora, rincarando la dose:

Le Sue ultime perplessità hanno riguardato la questione degli scrutatori. Può spiegarci meglio?

La giunta ha stabilito con una delibera che gli scrutatori per le prossime elezioni devono essere persone disoccupate da almeno 24 mesi. Si  attingerà perciò dagli elenchi predisposti dal centro per l’impiego. Pertanto se una persona è disoccupata da poco non può fare lo scrutatore: un diciottenne che ha appena compiuto gli anni, ad esempio, non possiede il requisito dei 24 mesi di iscrizione al collocamento, non ha diritto. Non lo trovo equo.

Il 19 marzo scorso Lei ha dichiarato la propria indipendenza. Ma prima ne aveva parlato con il Suo partito?

Certo. Il lunedì successivo il segretario del partito voleva che io formalizzassi le mie dimissioni. Sono perciò andata al partito e le ho formalizzate. Il segretario ha firmato la mia lettera di dimissioni. Pertanto, quando poi questi dicono che “vorrebbero il mio ritorno”, la cosa suscita la mia ilarità: io avevo una lettera  di dimissioni firmata dal loro segretario pochi giorni dopo aver dichiarato la mia indipendenza dal partito! Peraltro: da tempo avevo espresso un certo malcontento: non mi andavano giù gli incarichi nelle delegazioni provinciali e regionali e, a tempo debito, mi dimisi dalla delegazione provinciale e dal direttivo locale del PD perché avevo sollevato delle problematiche. Non ero d’accordo su alcuni nomi alla delegazione regionale del partito. A gennaio abbiamo sottoscritto un documento con cui chiedevamo che i provvedimenti potessero essere discussi con i consiglieri ma questo documento è rimasto lettera morta. Ho poi votato contro la presa d’atto della pronuncia della Corte dei Conti mirato a dimostrare il superamento del parametro di deficitarietà; il consiglio cioè, entro 60 giorni da questa sentenza, avrebbe dovuto ripristinare gli equilibri di bilancio e risolvere le eventuali precarietà finanziarie. Ho appurato che eravamo al sessantesimo giorno e nulla era stato fatto. Cioè: la Corte dei Conti ha chiesto di fare attenzione sui residui attivi e passivi del comune e noi che facciamo? Niente.

Poi i mal di pancia sono aumentati.  

Si. Specialmente sulla questione relative alla pianta organica. Insieme al consigliere Martucci facemmo delle interpellanze sulle nuove assunzioni. Ci chiedemmo: perché non sono state fatte delle valutazioni corrette sui carichi di lavoro? Quantificare cioè l’esatto numero dei dipendenti da assumere in base a ciò che la macchina pubblica deve produrre? Ma scusi, per Lei sarebbe normale se un’azienda privata facesse assunzioni in maniera sommaria? Non credo. E perché lo stesso ragionamento non dovrebbe valere per la pubblica amministrazione?

Parliamo invece dei malcontenti dei cittadini per quanto riguarda la Soget e la questione della riscossione dei tributi su cui si è espressa con una certa preoccupazione.

Eh. Torniamo sempre al discorso delle assunzioni, che è legato alla millantata internalizzazione dei tributi non ancora realizzata. All’ufficio tributi occorrevano i contabili con tanto di diploma di ragioneria o laurea in economia, che peraltro devono essere iscritti all’albo dei riscossori. Invece cosa si è verificato? non ci sono i contabili all’ufficio tributi, ma solo gli “istruttori amministrativi”! Per non parlare poi di tutto l’excursus burocratico riguardante il concorso: il 24 ottobre dell’anno scorso si deliberò un ulteriore modifica al piano del fabbisogno riguardante la pianta organica. Poi improvvisamente non c’è stato più bisogno di istruttori contabili ma solo di istruttori amministrativi! Precedentemente, invece, il 20 febbraio del 2014, si deliberò per l’assunzione di 9 amministrativi e 6 istruttori contabili. Invece, come per incanto…tutti amministrativi! Chissà perché.

Sulle scorse cartelle esattoriali sbagliate Lei si è spinta sempre con una certa veemenza.

Guardi, ieri ho letto una determina affissa sull’albo pretorio dove si evince che si paga circa 30 mila euro per un software per l’ufficio tributi. Se invece l’ufficio anagrafe possiede un altro software – credo si chiami “hypersic” –  riusciranno questi software diversi a comunicare tra loro? Se cambio residenza, in pratica,  riuscirà l’ufficio anagrafe a comunicarlo tempestivamente all’Ufficio Tributi per quantificare la tassa secondo la nuova situazione anagrafica? Se muore una persona, il certificato di morte verrà trasmesso in tempo all’ufficio tributi per evitare il gran casino che è successo di recente dove sono state fatte arrivare cartelle a nuclei famigliari dove risultavano due persone mentre invece uno dei coniugi era deceduto? Che razza di modo di comunicare tra gli uffici è questo? Hanno mandato avvisi di  pagamento a persone defunte! Ma ci rendiamo conto di quanti errori stiamo commettendo, o vogliamo davvero farci del male a tutti i costi?

Mi dica un’altra cosa che proprio non le è andata giù.

Gli incarichi esterni. Una roba pazzesca. Ho fatto richiesta di un elenco dei professionisti e delle ditte a cui sono stati affidati incarichi diretti a partire dal 2012. Ad oggi ho ricevuto solo quelli riguardanti i lavori pubblici. Sto aspettando quelli relativi agli altri settori: contenzioso, urbanistica, ecc. A Martina non c’è un regolamento che impedisca a tale azienda “X” di ricevere un incarico per più di due volte, e lo stesso per i professionisti: non c’è una norma che preveda le incompatibilità di parentela tra l’amministratore pubblico e il professionista. Abbiamo assunto 24 persone. Perché fare gli affidamenti esterni? Abbiamo progettisti e avvocati, nella pianta organica interna, perché chiedere incarichi esterni? Ho la sensazione che si tratti, per un buon 70 %, di incarichi “politici”. Peraltro non si fanno preventivi quando si affidano incarichi esterni a ditte. Mi auguro che vengano fatti, questi preventivi. Perché altrimenti potremmo dire che il denaro pubblico non si amministra degnamente.

Coraggiosa si. Ma adesso non ha paura? Ora cosa farà, entrerà in un partito di opposizione?

Sono indipendente. Mi attaccano continuamente su questo punto. Credono che io stia passando a destra. Invece rimarrò dove sono: con me stessa. Non ho alcuna tessera di partito, preservando la mia libertà di pensiero.

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