Stamani in banche e uffici postali si è accalcata una lunga fila per poter pagare la maggiorazione della Tares entro la scadenza. C’è chi ha preso una giornata di ferie per fare una fila disperata o chi ha comodamente pagato da casa online, ma ad ogni modo era convinto che oggi scadesse il termine. Invece no. La scadenza del pagamento della maggiorazione della Tares è stata rinviata al 16 gennaio 2014 dal Ministero dell’Economia e Finanze, che ha pubblicato una nota lo scorso giovedì 12.

Lasciando perdere il tempismo ridicolo di annunciare una proroga quattro giorni prima della scadenza e la mancata diffusione della notizia a livello nazionale, nella stessa nota si dice che il termine del 16 gennaio «potrebbe essere posticipato in sede di approvazione della legge di stabilità 2014». In effetti è notizia dell’ultim’ora che un emendamento alla legge di stabilità presentato dal relatore Maino Marchi (Pd) prevede lo slittamento dal 16 gennaio al 24 gennaio 2014 per la scadenza dell’Imu e della maggiorazione della Tares; l’emendamento è accettato, ma dovrà ancora essere votato insieme alle migliaia di altri.
Altra notizia è che entro lo stesso 16 (o 24) gennaio si dovrà pagare la parte residua dell’IMU e «anche la prima rata 2014 della TASI (tributo sui servizi indivisibili) e la prima rata 2014 della TARI (tassa sui rifiuti)».

Le scene di accalcamento già viste stamani potrebbero ripetersi il 16 gennaio, a meno di slittamenti del termine, per pagare Tasi e Tari, tasse queste il cui calcolo, modulistica e peso fiscale è ancora ignoto ai cittadini e a molti professionisti. Sapremo quanto dovremo pagare, probabilmente, a cavallo tra Natale ed Epifamina, un bel modo di festeggiare. Ecco quanto si sa finora da parte del Ministero: «Per la prima rata della TASI (il tributo si paga in quattro rate), si deve calcolare l’imposta applicando l’aliquota di base dell’1 per mille e dividere per quattro». E poi: «Nel 2014 i Comuni possono aumentare l’aliquota fino al 2,5 per mille, quindi con l’ultima rata si dovrà effettuare l’eventuale conguaglio. La Tari segue sostanzialmente la stessa modalità di calcolo della Tares (che è stata in vigore fino al 2013)».

Quel “sostanzialmente” però maschera l’inghippo: la Tasi non prevede detrazioni specifiche, diversamente dall’Imu sulla prima casa, e quanto versato da noi andrà tutto nelle casse dello Stato, mentre i Comuni saranno (forse) ricompensati con maggiori trasferimenti statali promessi, o plausibilmente con la cancellazione dei tagli previsti. In soldoni, lo Stato toglie delle risorse a noi cittadini, risorse che in minima parte sarebbero andate ai Comuni, e dice ai sindaci: ringraziateci che avremmo potuto tagliarvi qualcos’altro.

Daniele Milazzo

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