Ore frenetiche per le candidature anche in Puglia per la Camera ed il Senato. Quasi sicuramente non ci sarà alcun candidato locale nel centrosinistra. Riguardo il centrodestra è oramai ballottaggio tra Nessa e Chiarelli per un posto al Senato. Se il PDL usasse lo stesso metro di Monti per le candidature non dovrebbe essere candidato il Sen. Nessa, in quanto imputato di concussione per una presunta tangente di 100 milioni di vecchie lire. Gianfranco Chiarelli, dal canto suo, ha dimostrato di essere portatore di voti, risultando il più votato nella provincia di Taranto e secondo in tutta la Puglia alle ultime regionali del PDL. Il barese Cassano e Chiarelli sono dati per sicuri, ma bisognerà vedere a quale posizione. Su 34 parlamentari uscenti, nel PDL secondo i sondaggi ne verrebbero confermati dagli 11 ai 15. Questa legge elettorale voluta da tutti i partiti, nessuno escluso, va a vantaggio soprattutto delle segreterie dei partiti. Da voci di corridoio, registrate nei giorni scorsi a Roma, saranno diversi i candidati martinesi. Si parla insistentemente di Pino Pulito, consigliere comunale, in Fratelli d’Italia, la lista dell’ex ministro Meloni. Un candidato sicuro martinese anche nel Grande Sud e nel MIR, ma i nomi vengono tenuti riservati. Non ci dovrebbero essere martinesi, almeno nelle posizioni che contano, nell’UDC, FLI (dove c’è stata una ribellione dei militanti pugliesi contro Fini colpevole di aver allestito una lista pugliese di forestieri) e in quella di Monti. Presumibilmente molti riempi lista per prenotare un posto in future competizioni (a Novembre le regionali?) Sembrano oramai lontani i tempi di quando Martina poteva esprimere contemporaneamente diversi parlamentari come Caroli, Orlando, Carucci, Consoli, Semeraro, Lezza. Negli ultimi tempi ci si è dovuti accontentare di Nessa che sembra trovarsi nelle stesse condizioni di Marraffa riguardo il gradimento da parte degli elettori locali del centrodestra, alcuni dei quali scongiurano su i social network una sua possibile candidatura, minacciando di non andare a votare o votare altro. I prossimi giorni saranno determinanti. Per scattare i seggi, i partiti in coalizione devono ottenere il 10% dei voti validi con una soglia di sbarramento del 2%. Mentre se si presentano da soli lo sbarramento è del 4%. Più difficile al senato dove lo sbarramento in coalizione è del 3%. Valutando una possibile candidatura bisogna tenere presente tutto questo, altrimenti si rischia di fare solamente una comparsa con probabilità pressoché nulle.

 

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Continuando a usare questo sito, siete d'accordo con l'uso dei cookie. maggiori informazioni

The cookie settings on this website are set to "allow cookies" to give you the best browsing experience possible. If you continue to use this website without changing your cookie settings or you click "Accept" below then you are consenting to this.

Close