La replica di Fabrizio Nardoni, assessore regionale alle Risorse Agroalimentari, dopo la pubblicazione delle vignete del New York Times

“Siamo noi le vittime di un traffico di sottoprodotto di olio extravergine, spacciato per italiano”. Comincia così la dura risposta dell’assessore regionale alle Risorse Agroalimentari, Fabrizio Nardoni, alle 15 vignette pubblicate dal New York Times, che raffigurano gli imprenditori italiani alla stregua di truffatori. Ieri abbiamo riferito della risposta di Coldiretti a quelle vignette, mentre oggi riportiamo le parole di Nardoni, che non fanno sconti agli americani. Di seguito la nota dell’assessore regionale:

“Al danno la beffa. Noi come maggiori produttori di olio di qualità extra vergine di olio siamo le vittime di un traffico di sottoprodotto, spacciato per italiano, che viene compiuto ai danni del nostro sistema economico e imprenditoriale e in barba a controlli che in altri stati dell’area euro mediterranea così come negli Stati Uniti non si effettuano con il dovuto rigore. Le vignette del New York Times sono dunque un strumentale e dannosissimo attacco all’Italia che non si riesce a comprendere se non con il chiaro intento di screditare sui mercati un prodotto che non conosce concorrenti all’altezza”.

E’ quanto dichiara l’Assessore alle Risorse Agroalimentari della Regione Puglia, Fabrizio Nardoni, che proprio in questi giorni insieme al Movimento Turismo del Vino è a New York nell’ambito del programma di promozione dei vini e degli oli pugliesi, nonché di tutta l’enogastronomia d’eccellenza pugliese “Raise a Glass to Puglia”. “Dagli americani che in questi giorni stanno tanto apprezzando vini, oli ed enogastronomia pugliesi arriva una lezione sulla qualità che trovo alquanto pregiudizievole e strumentale – afferma Nardoni – sono loro il paese delle adulterazioni alimentari e del cibo insalubre, mentre noi da tempo siamo impegnati anche come Regione in un programma rigoroso e attento come quello riferito al Marchio di Qualità prodotti di Puglia che certifica attraverso disciplinari rigidissimi non solo la qualità dei nostri prodotti ma addirittura tutto il processo di lavorazione, dalla semina al prodotto finito. La platea di lettori del giornale newyorkese, ma anche la pubblica opinione in tutto il mondo, proprio grazie alla sequenza di fumetti pubblicati dalla famosa testata americana, ora pensa che l’olio taroccato sia l’Italia a produrlo – spiega l’assessore – mentre bisognerebbe chiedere proprio agli americani come mai attorno all’italian sounding di oli prodotti ad esempio in California la legislazione statunitense non muove un dito. Sono quelli gli oli spacciati per italiani che il NYT vuol far credere siano la distorsione di un sistema produttivo che è invece è composto da produttori di grande valore, esperienza e soprattutto onorabilità”.

Poi l’Assessore Fabrizio Nardoni interviene anche come coordinatore di tutti gli assessori italiani al ramo nell’ambito della Conferenza Stato-Regioni: “Credo che il problema vada affrontato anche in quella sede perché la sequenza diffamatoria del New York Times oltre a colpire le regioni che maggiormente producono olio, infanga l’intero sistema produttivo italiano e la nostra rete sanitaria e tecnica di controllo e sicurezza alimentare – dice Nardoni – perché alla solerzia del vignettista americano nell’oltraggio al nostro olio non corrisponde da parte dello stesso giornale altrettanta solerzia nel pubblicare tutti i risultati delle operazioni di sequestro di merce adulterata compiuti in tutti i porti italiani dalla nostre forze di polizia”. Infine, una nota di colore: “Leggo della levata di scudi del nostro artistica internazionale nonché produttore di olio, Oliviero Toscani, che difende le nostre produzioni e si dice pronto ad una campagna in favore dell’olio italiano – scrive l’Assessore Nardoni – Toscani per mio conto può cominciare a lavorare da subito e per questo siamo pronti ad ospitarlo in Puglia, tra i nostri produttori e tra i nostri ulivi secolari. Per quanto riguarda gli americani vengano da noi ad imparare come si fanno prodotti buoni e salubri”.

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