Il 4 novembre scorso si celebrava anche a Martina la festa dell’unità nazionale e delle forze armate, un tempo molto sentita e oggi meno nota e ricordata. E’ l’anniversario dell’entrata in vigore del cosiddetto armistizio di Villa Giusti del 1918, col quale si fa coincidere convenzionalmente in Italia la fine della Prima guerra mondiale. Il generale Armando Diaz, comandante delle forze armate italiane, comunicò la vittoria e la fine della Guerra contro l’Austria – Ungheria.  Fu una guerra sanguinosa. Giovani mandati al fronte e mai più rientrati. Un eccidio. Tant’è che i ragazzi delle scolaresche presenti, dopo la messa delle ore 11, tenutasi di fronte al Monumento ai Caduti, hanno voluto leggere le toccanti “lettere dal fronte”.

Il problema è che nonostante nel nostro paese si rispetti il “protocollo”, magari pulendo prima le aiuole di Piazza Crispi (invece basta farci un giro nei fine settimana per osservare come sono sporchi: lattine, bottiglie vuote, e lo stesso monumento insozzato) e poi dando inizio allo spettacolo, basta andare sul retro del monumento per osservare lo schifo. Esattamente. Dove sono collocati i nomi dei martinesi morti in quella guerra infame si possono osservare lettere divelte, altre completamente oscurate dall’umidità, e sopra, pezzetti di muretto completamente spaccati.  Ovviamente lo stato di quel luogo rispecchia il senso del cittadino (anche degli studentelli che imbrattano con i pennarelli) nei confronti della cosa pubblica, però si auspica che “quei nomi” non vengano trattati in quella maniera. La foto dimostra come sono “ricordati”.

Piazzetta “San Pio” è stata saggiamente affidata, nella cura, alla ditta “Zaccaria Costruzioni”. Perchè non farlo anche per le aiuole che circondano il Monumento ai Caduti? E perchè non spostare i nomi di quei caduti in una zona dove nessuno può tentare atti di vandalismo?

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